Secondo quanto affermano le ultime rilevazioni contenute all’interno del Rapporto 2015 dell’Osservatorio CNA sulla tassazione delle piccole imprese, curato dal Centro Studi e dal Dipartimento politiche fiscali, nel corso del 2015 il fisco sulle pmi sarà lievemente più generoso, portando il suo peso complessivo (in termini di total tax rate) dal 63,9% del 2014 al 62,2%, per un decremento dell’1,7%.
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Il dato non può tuttavia essere accolto con particolare positività, visto e considerato che il total tax rate di cui sopra è sia superiore a quanto avviene in gran parte del resto del vecchio Continente, sia superiore a quel 59,2% che – nel 2011, anno di partenza del nuovo federalismo fiscale – rappresentava un dato elevato, ma pur al di sotto della soglia psicologica del 60%. Non solo. In aggiunta a quanto sopra si tenga conto come la flessione del total tax rate del 2015 è frutto quasi esclusivo dell’abolizione della componente lavoro dell’IRAP: un benefit che poteva essere ancora più significativo nell’ipotesi in cui non fosse stato dimezzato dal maggior prelievo dell’IRPEF e dei contributi previdenziali degli imprenditori. Ancora, è bene mantenere una parentesi di aleatorietà sul fronte dell’effettiva riduzione del peso complessivo del fisco. Se infatti i sindaci – che in questi mesi hanno subito tagli ai trasferimento dallo Stato centrale – dovessero prendere la sgradita contromisura dell’incremento dei tributi locali, il benefit condotto dal taglio dell’IRAP potrebbe ridursi ancora, fino ad azzerarsi. Insomma, il peso fiscale sulle pmi diminuisce ma – prima di cantare vittoria – occorrerà attendere ulteriormente.