La crisi che attanaglia il mercato del lavoro sta incentivando il self employment e sempre più aziende si affidano a freelance o professionisti piuttosto che assumere, sfruttando portali di “cloud working”.
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La nota piattaforma per la collaborazione a distanza twago ha fornito numeri che evidenziano l’emergere del trend: nel 2012 gestione progetti per 50 milioni di euro (il 23% per il mercato italiano), iscritti 180mila fornitori (+40% rispetto al 2012) e 1,6 milioni di ore di lavoro assegnate a freelance, agenzie e professionisti in un anno.
Nel mondo del cloud working, dunque, il potenziale in Italia è elevato, con ottime prospettive per quanto riguarda il l'innovazione del mercato del lavoro.
Non siamo ancora ai livelli degli Stati Uniti – dove nei prossimi due anni il 90% delle aziende si affideranno anche a lavoratori freelance e dove il 30% delle risorse lavorerà online – ma i margini di crescita sono davvero notevoli.
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Puntare sul cloud working in Italia può quindi rappresentare una scelta vincente, in grado di ridurre la disoccupazione, venire incontro alle esigenze delle aziende con budget limitati e al contempo spingere l’acceleratore sul pedale dell'innovazione digitale.