Giovani imprenditori, Ferrara apripista per il coworking

di Barbara Weisz

Pubblicato 5 Febbraio 2013
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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Siete un aspirante imprenditore, giovane, e disponibile a convidere lo spazio di lavoro con altre attività ? Ebbene la Camera di Commercio di Ferrara ha destinato un bonus di 2mila euro a giovani fra i 25 e i 35 anni che aprono una start up e sono interessati a sperimentare il coworking.

È questo il “nome tecnico” con cui si definisce la condivisione di spazi, ma anche di idee, relazioni, competenze, fra imprese o professionisti. Si tratta di un contributo a fondo perduto, disponibile a partire da fine febbraio, nell’ambito di un’iniziativa chiamata: “C’è la crisi, arriva il coworking: così viene condiviso l’ambiente di lavoro“.

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La Camera di Commercio di Ferrara ha così battuto sul tempo quella di Milano (che sta predispondendo analoghe misure), prendendo a modello esperienze analoghe sperimentate in altre città  europee.

In vista c’è un bando, a febbraio, che in tutto metterà  sul piatto 300mila euro a sostegno dell’ occupazione giovanile (prevedendo anche altre misure, come voucher e contributi alle nuove imprese).

L’incentivo per gli aspiranti coworker è appunto di 2mila euro, poco meno dell'affitto annuale di una postazione per un’attività  da almeno dieci “coworker”.

L’unico requisito richiesto è quello anagrafico: età  compresa fra i 25 e i 35 anni: «Vogliamo privilegiare i giovani che decidano di fondare una nuova impresa e non abbiano la possibilità  di permettersi un locale tutto loro» spiega Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara, senza escludere che «in futuro la Giunta camerale possa rivedere questa valutazione».

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L’ente camerale ha anche effettuato una sorta di mappatura delle esperienze di coworking presenti sul territorio: «ci sono spazi, diciamo così, più light, che sono poco più di luoghi condivisi, altri invece, a metà  tra il coworking e l’incubatore, hanno un approccio che prevede una più ampia condivisione, anche del progetto, dalla tecnologia ad esempio alla sostenibilità  ambientale» spiega ancora Roncarati.

Nato come fenomeno marginale, il coworking attira sempre più l’attenzione delle istituzioni, soprattutto se impegnate in politiche a sostegno dell’occupazione giovanile.

Anche a Milano è in preparazione un bando, da parte del Comune in collaborazione con la Camera di Commercio, che metterà  200mila euro a disposizione di aspiranti impirenditori e professionisti sotto i 35 anni che vogliano intraprendere esperienze di coworking in luoghi della città  appositamente predisposti allo scopo.

Fra le esperienze italiane di coworking più note: “Cowo” (Milano, ma la rete vanta uffici condivisi in 35 città ), “7th floor” (Roma), “LaPillola400” (Bologna).

Secondo i dati diffusi in occasione del meeting internazionale di Berlino a fine 2012, ci sono 1129 spazi di coworking nel mondo, la metà  nei soli Stati Uniti, (del resto, gli Usa sono il paese della rande imprenditoria tecnologia nata nei garage della Silicon Valley).

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