LinkedIn (in)cubator trasforma i dipendenti in imprenditori

di Carlo Lavalle

Pubblicato 12 Dicembre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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LinkedIn ha lanciato [in]cubator, un programma che consente periodicamente a qualsiasi dipendente dell’azienda di presentare un’idea, organizzare un team per realizzarla sottoponendo il progetto direttamente ai dirigenti. In caso di approvazione da parte del management, compresi il co-fondatore Reid Hoffman e l’amministratore delegato Jeff Weiner, la squadra di lavoro costituita ha a disposizione tre mesi per sviluppare la propria proposta.

Questa iniziativa di LinkedIn rappresenta una versione più evoluta degli “hackdays”, allorquando un venerdì al mese i dipendenti sono incoraggiati a dare sfogo alla loro creatività  scegliendo a proprio piacimento i progetti su cui lavorare. In questo caso però il limite è il poco tempo concesso per portare avanti le idee di ciascuno.

Partendo da questa proficua esperienza un gruppo di impiegati che si sono messi in luce durante le giornate hackaday ha elaborato il concetto di [in]cubator. Una volta ottenuto l’assenso della direzione, dopo una fase iniziale pilota la manifestazione è diventata ufficiale.

Creatività , varietà  ed entusiasmo sono i tratti dominanti dell’iniziativa.

Tra i team costituitisi, comprendenti persone provenienti dai diversi comparti aziendali, fervono le attività  con proposte innovative per la realizzazione di nuovi tool, linee di prodotti e programmi relativi alle risorse umane.

Secondo Kevin Scott, LinkedIn vede i progetti emersi da [in]cubator come piccoli investimenti che hanno il potenziale di diventare grandi risultati per la società . Finora ne sono stati approvati cinque. Uno di questi, go/book, ha completamente cambiato il modo in cui si prenotano i meeting aziendali interni. Ha avuto un tale successo che è operativo in tutte le 26 sedi internazionali di LinkedIn.
Il prossimo ciclo di [in]cubator prenderà  il via nel mese di febbraio 2013.