Campagna Ue contro i ritardi dei pagamenti alle imprese

di Carlo Lavalle

Pubblicato 4 Ottobre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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La Commissione europea ha lanciato una campagna europea contro i ritardi nei pagamenti che si svolgerà  nei 27 Paesi UE e in Croazia da ottobre 2012 fino a dicembre 2013.

In tutta Europa si terranno giornate d’informazione (a Roma il 5 ottobre) con la partecipazione di organizzazioni rappresentative, responsabili politici, camere di commercio associazioni professionali, imprenditori, operatori economici ed esponenti delle autorità  giudiziarie.

Sono soprattutto le PMI a soffrire del problema del ritardo nei pagamenti (soprattutto dalla PA>> Leggi tutto…) e la campagna, rivolta al mondo aziendale, si concentrerà  in particolare su questo settore.

Nell’attesa di pagamenti da parte dei loro clienti le imprese falliscono, bruciando così posti di lavoro, risorse e speranze. Il ritardo nei pagamenti colpisce spesso i fornitori. Questa pratica però non riesce ad essere sradicata perché accettata e chi ne è colpevole non viene sanzionato nel modo giusto.

I suoi effetti sono nondimeno gravi e dannosi. Ogni anno centinaia di migliaia di aziende nell’Unione europea sono costrette a chiudere i battenti. Le istituzioni europee hanno deciso di scendere in campo con più forza per porre termine a questo andazzo che richiede anche un cambio di mentalità .

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Gli strumenti normativi ci sono e le ragioni per contrastare la prassi dei ritardi nei pagamenti sono molteplici. Pagare in ritardo significa creare ostacoli alla libera circolazione di merci e servizi nel mercato unico con il rischio di alterare la concorrenza in modo significativo. Inoltre gli oneri amministrativi e finanziari che ne derivano intralciano il commercio transfrontaliero.

Le PMI e il settore artigianale rappresentano i settori più vulnerabili e ritardare i pagamenti per merci e servizi prestati implica il pericolo di fallimento, con conseguenze dirette per l’occupazione. Questo fenomeno ha dunque un forte impatto sull’andamento dell’intera economia europea.

La Commissione europea, del resto, intende rendere più consapevoli gli attori economici e le amministrazioni dei diritti riconosciuti in sede legislativa con particolare riferimento alla direttiva 2011/7/UE che i Paesi Membri devono recepire nella legislazione nazionale entro il 16 marzo 2013.