Il giro del mondo in start-up: i Paesi in cui fare impresa

di Barbara Weisz

Pubblicato 25 Settembre 2012
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:39

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USA, Cile, Israele, Gran Bretagna, Austria, Estonia: ad evidenziare i Paesi con le migliori best practice e regolamentazioni per start-up innovative è il Rapporto Restart Italia, esempi da seguire per definire i nuovi incentivi per neo-imprese previsti dal Pacchetto Crescita (Decreto Sviluppo bis).
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L’analisi fotografa il potenziale economico del settore.

USA

Partiamo dal paese simbolo delle aziende ad alto potenziale innovativo, gli Stati Uniti della Silicon Valley, di Microsoft, di Google, di Apple, di Facebook e via dicendo.

Il 40% della ricchezza americana oggi è prodotto da imprese che 30 anni fa non esistevano e negli ultimi dieci anni le start-up statunitensi hanno creato tre milioni di posti di lavoro. Il sistema americano continua ad alimentare questo trend: il progetto Startup America lanciato dall’amministrazione Obama sviluppa un partenariato fra imprenditori, multinazionali, università  e fondazioni, in grado di mobilitare in meno di un anno l'equivalente di un miliardo di dollari in business service per un network di servizi a disposizione di centomila startup nei prossimi tre anni.

CILE

Restando Oltreoceano, il Cile da qualche anno cerca di proporsi come hub globale dell’innovazione: c’è un programma per attirare imprenditori che si avvale di professionisti dalla Silicon Valley e nel cui ambito sono state selezionate idee di business al servizio delle quali è stato messo un pacchetto di misure di sostegno. In materia di misure a favore del lancio di start up, il report Restart Italia assegna al Cile indicatori superiori a quelli italiani.

ISRAELE

Un altro esempio internazionale di rilievo è rappresentato da Israele, che con il programma Yozma, lanciato nel ’93, è diventato in pochi anni il paese con il più alto numero di società  quotate al Nasdaq (il listino americano delle società  hi-tech) e di brevetti pro capite hi-tech nel settore medicale.

EUROPA

In Europa gli indicatori migliori sono quelli di Germania e Gran Bretagna. Il governo di Londra ha patrocinato qualche anno fa la campagna StartUpBritain, concepita e finanziata da imprenditori per favorire la nascita e la diffusione di aziende innovative.

Misure da segnalare anche in Austria, con un pacchetto da oltre 100 milioni di euro in sei anni per i giovani imprenditori.

Un esempio europeo significativo è rappresentato dall’Estonia, la patria di Skype, che è il paese con il più alto numero di start-up procapite del Vecchio Continente.

Dai Paesi alle città : New York, Berlino e Singapore, grazie a incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche, sono all’avanguardia nel settore. Nel Report ci si chiede: perché non dovrebbero riuscirci anche Milano, Matera o Pisa? In fondo, si potrebbe aggiungere, siamo pur sempre il paese del Made in Italy.
Forse, i tecnici del Governo, dovrebbero girare il quesito a se stessi 🙂