La legge di conversione del DL 83/2012 (Decreto Sviluppo) ha apportato importanti novità per la gestione operativa e strategica delle piccole e delle medie imprese.
Ecco una sintesi delle più importanti novità che riguardano le PMI non quotate.
- Società semplificata: finalmente è disponibile il modello di statuto societario per redigere l’atto costitutivo delle Srl semplificate; è comunque sparito il requisito di partecipazione per i soli soci under 35 (i quali potranno comunque godere della completa esenzione dei diritti di bollo e di altre tasse), mentre è rimasto l’obbligo di destinare il 25% degli utili a riserva indisponibile fino al raggiungimento dei 10mila euro, che potrebbe scoraggiare l’approccio a questa nuova forma giuridica societaria.
- Imprese in crisi: qualche modifica anche per la gestione delle risoluzioni dello stato di crisi delle imprese. Viene infatti previsto che la domanda di concordato preventivo contenga i bilanci degli ultimi tre esercizi, e viene modificato il procedimento di omologazione da parte del Tribunale, nonché la disciplina dei crediti prededucibili nel concordato preventivo e negli accordi di ristrutturazione dei debiti.
- Imprese Emilia Romagna: per le imprese e i lavoratori autonomi dei territori colpiti dal sisma di fine maggio 2012 è in arrivo un credito di imposta rappresentato da un bonus fiscale del 100% del costo sostenuto per la ricostruzione, il ripristino e la sostituzione dei beni danneggiati.
- Cambiali finanziarie: accolte come una gradita ventata di novità sul fronte del reperimento delle nuove risorse da parte delle PMI, si sta gradualmente scoprendo che lo strumento delle “obbligazioni delle pmi” non è esattamente molto pratico da utilizzare. Sebbene venga allungata la durata massima da 18 a 36 mesi, e venga introdotto il solo obbligo informativo, per lo sponsor, di segnalare per ciascun emittente se l’ammontare delle cambiali finanziarie in circolazione sia o meno superiore al totale dell’attivo corrente da ultimo bilancio depositato, lo strumento necessita ancora di qualche revisione.
- Call center: tempi duri (o quasi) per chi vuole spostare un call center all’estero. La delocalizzazione, se coinvolge almeno 20 dipendenti, deve essere comunicata preventivamente (120 giorni) al ministero del lavoro. Inoltre, in ogni chiamata (pena applicazione di 10 mila euro giornalieri di sanzione) deve essere comunicato al cittadino il Paese in cui si trova l’operatore.
- Bonus assunzione personale qualificato: è previsto un credito di imposta del 35%, con tetto di 200 mila euro per imprese, per le aziende che assumano a tempo indeterminato dottori di ricerca o laureati magistrali scientifici e tecnici, da impiegare in attività di ricerca e di sviluppo. Necessario mantenere il personale per almeno tre anni, e non delocalizzare l’attività produttiva in un Paese extra Ue.