I dati provenienti dal mondo del lavoro continuano ad essere inquietanti: la disoccupazione in Italia è salita al 9,8%, ai massimi da gennaio 2004. Pessimi anche i risultati della disoccupazione tra i giovani: quasi quattro giovani su dieci sono disoccupati. In termini assoluti i senza lavoro sono più di due milioni e mezzo.
Numeri attesi. Sui risultati incide profondamente la riforma delle pensioni e del lavoro, con i lavoratori che, volenti o nolenti, devono andare in pensione più tardi.
Rispetto a marzo dell'anno scorso i disoccupati sono aumentati del 23,4%. Una percentuale record che equivale a 476.000 disoccupati in più a dispetto di quanto si gridava dal palco del primo maggio. A incidere significativamente su tali valori è senza dubbio quella fetta di giovani e donne che da una situazione che potremmo definire “in standby” ossia inattivi, sono passati improvvisamente ad una fase di ricerca attiva di un impiego. Calano, quindi, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni. A marzo, rispetto al mese precedente, la flessione è stata di 40.000 soggetti.
Ma ancora più inquietante è la disoccupazione giovanile che si è impennata fino ad arrivare al 35,9%, il valore più alto dal gennaio 2004, data di inizio delle serie storiche mensili dell'Istat. Il tasso di disoccupazione complessiva si è attestato al 9,8% con un aumento dello 0,2% sul mese e dell'1,7% sull'anno.
La disoccupazione colpisce maggiormente gli uomini: il 3,9% in più rispetto al mese di febbraio e il 23,4% in più rispetto all'anno scorso. Migliore la situazione delle donne: le disoccupate a marzo sono salite dell'1,3% rispetto al mese di febbraio.
Tali risultati si riflettono un po' in tutta Europa dove i disoccupati hanno superato la quota record di 17 milioni. In ambito Europeo l'Italia si piazza a metà classifica. Non siamo vicini ad Austria (4%) o Germania (5,6%) ma con il suo 9,8% è ben lontana da Paesi come Spagna (24,1%) e Grecia (21,7%).