Il ritardo nei pagamenti dovuti dalla Pubblica Amministrazione alle aziende private fornitrici è un fenomeno ampiamente riconosciuto ma drammaticamente ignorato, nonostante lo Statuto delle imprese preveda di accelerare il saldo ai creditori.
E non è una questione politica, visto che la stampa di opposta tendenza si scaglia ugualmente contro questo scandalo.
Il Giornale, per esempio, ricorda che i tempi medi di pagamento sono di 186 giorni, mentre le PA di Francia, Germania e Gran Bretagna ne impiegano solo 53 per saldare le fatture.
L'Italia è il fanalino di coda se si considera che la media Ue è di 63 giorni e che una recente direttiva del Parlamento di Strasburgo ha fissato il tetto massimo a 60.
Ma la lentezza nel pagare diventa velocità supersonica nella riscossione. La PA pretende infatti saldi veloci dagli imprenditori, mandandoli ulteriormente in crisi. La statistica di Fondazione Impresa indica un tempo medio di soli 47 giorni per saldare i conti se il debitore è un privato.
L'imprenditore paga i dipendenti a fine mese, i fornitori entro un mese e mezzo e le tasse a scadenze fisse. Chi non riesce a riscuotere i crediti si riempie di debiti, aumentando la sua esposizione con le banche che, a loro volta, pretendono garanzie sui prestiti, pena la chiusura dei rubinetti del credito con prospettive fallimentari. E nel 2011 il numero dei contribuenti che hanno chiesto al Fisco di rateizzare i debiti è aumentato del 10%.
I suicidi tra imprenditori, purtroppo, aumentano come documenta Il Fatto Quotidiano con storie tragiche di imprenditori, che da Nord a Sud, hanno compiuto il gesto estremo perché oberati dai debiti, pur essendo creditori verso lo Stato di centinaia di migliaia di euro.
Numerosi ristoratori, artigiani, piccoli imprenditori edili o titolari di aziende che offrono prodotti e servizi allo Stato sono stati travolti. Se si considera che anche il Nordest, terra di imprese per eccellenza, registra una cinquantina di suicidi solo negli ultimi tre anni, tra padroncini e piccoli imprenditori, non sorprende che il Fatto Quotidiano definisca la situazione come una bomba a orologeria.
I dati sono confermati anche dalla Cgia di Mestre che punta il dito contro i mancati pagamenti nel comparto Sanità : su 90 miliardi di debiti complessivi, almeno 40 mld sono a carico delle Asl e il 70% pesa sulle strutture del Centro-Sud.
Ma anche le regioni del Nord devono migliorare, perché se nei primi undici mesi del 2011 il ritardo accumulato dalla Calabria è stato di ben 925 giorni, e quello della Campania di 771; le più virtuose, come Friuli e Trentino, hanno saldato le fatture dopo 92 giorni, con un mese di ritardo rispetto alla media UE.