La bozza del Decreto salva-Italia presentata dal ministro Monti contiene, fra l'altro, anche importanti aiuti per la crescita delle imprese. Primo fra tutti quello relativo alla defiscalizzazione dell'Irap. In questo modo le aziende vengono favorite nell'assunzione di lavoratori per un importo di 1,5 miliardi nel 2012 e 2 miliardi nel 2013 e nel 1024. Prevista, inoltre, l'introduzione dell'Ace, l'Aiuto alla Crescita Economica.
Aiuti alle imprese
Una delle novità molto importanti del decreto salva-Italia è indubbiamente l'Ace, l'Aiuto per la Crescita Economica, una misura che incentiva la capitalizzazione delle imprese. Si tratta, in pratica di un'agevolazione per le società che aumentano il capitale proprio mediante nuovi apporti di capitale o utili accantonati a riserva rispetto al patrimonio esistente al 31 dicembre 2010. In tal caso è prevista la deduzione dalle imposte sui redditi di un “rendimento nozionale” figurativo per gli importi che incrementano il capitale proprio. L’aliquota di riferimento sarà fissata entro il 31 dicembre di ogni anno.
Sgravi Irap
Sarà possibile dedurre integralmente l'Irap pagata sul costo del lavoro ai fini delle imposte sui redditi delle società . In effetti, al momento della sua introduzione, l'Irap era indeducibile. Qualche anno fa fu resa deducibile solo al 10% dall'Ires. Con la defiscalizzazione totale si intende aiutare soprattutto quelle imprese che hanno un significativo costo per il personale dipendente.
Lotta all'evasione
Stop all'utilizzo del contante. Almeno quello sopra le transazioni di 1.000 euro. E' questo, infatti, il limite massimo di spesa che potrà essere fatto con liquidi, tutto il resto richiederà strumenti tracciabili. E' impegno del governo, tuttavia, sollecitare una revisione delle commissioni alle compagnie che gestiscono le carte di credito. Ma in merito alla lotta all'evasione non ci sono solo norme sulla tracciabilità : il governo, infatti, non ha varato nessun condono.
Lacrime e sangue
Nel suo complesso, il decreto salva-Italia rappresenta una serie di misure di emergenza per evitare che la nazione “si macchi della responsabilità di contribuire a far andare in senso negativo l'economia dell'Eurozona“. Si tratta, in pratica, di sacrifici cui i contribuenti italiani – tutti, nessuno escluso – sono chiamati a sostenere. E, per questo, Monti ha rinunciato al compenso da Premier e Ministro.