Non è una novità , almeno nel nostro paese, eppure anche questa volta il fisco sembra avere un tantino esagerato. Il provvedimento direttoriale del mese scorso, relativo alle comunicazioni sui beni concessi in uso a soci e familiari, sembra andare infatti ben oltre al contenuto della delega disciplinata dal comma 36 dell’art. 2 del dl 138 del 2011.
In particolare, ad essere sotto accusa sono l’obbligo di comunicazione di qualsiasi forma di finanziamento o capitalizzazione nei confronti della società concedente nonchè l’estensione dei soggetti obbligati alla comunicazione dei beni concessi in godimento anche ai soci o familiari di un’altra società appartenente al medesimo gruppo, qualunque sia il prezzo di mercato dei beni stessi. In tutti i suddetti casi l’obbligo di comunicazione viene dilatato enormemente, creando difficoltà ulteriori a imprese e a soci e familiari senza che tutto questo sia effettivamente giustificato dal corpus normativo che delimita il potere del provvedimento direttoriale.
Secondo la normativa infatti, per ciò che concerne la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi ai beni concessi in godimento, l’obbligo di comunicazione è limitato, oltre all’impresa concedente, “al socio o al familiare dell’imprenditore”. Dei soci o familiari di altre società appartenenti al medesimo gruppo non v’è traccia.
Stesso dicasi per l’obbligo di comunicazione, in caso di concessione in godimento di beni, a prescindere dal valore di mercato: il comma 36 prevede la comunicazione solo in caso di prezzi inferiori a quelli di mercato. Riguardo invece alla comunicazione delle forme di finanziamento o capitalizzazione effettuata dai soci alla società , stiamo parlando di una richiesta totalmente al di fuori del perimetro normativo.
Conseguenze di tutto questo, al momento, non ve ne sono. Le sanzioni previste sono tuttora attive e nessuno può dire con certezza se verranno ritirate o meno. Nel dubbio pertanto è sempre meglio attenersi a quanto indicato dal provvedimento. E così ancora una volta la longa manus del fisco si è posata sui contribuenti e solo il tempo stabilirà se giustamente o ingiustamente.