Decreto Sviluppo: emendamenti su appalti

di Roberto Grementieri

Pubblicato 15 Giugno 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

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Il Decreto Sviluppo, nel testo licenziato del 5 maggio 2011, ha cercato di semplificare la legislazione in materia di appalti al fine di rilanciare il settore Costruzioni.

Ad esempio, è stato introdotto il principio del silenzio-assenso entro un massimo di 90-100 giorni (180-200 per le città  di oltre 100.000 abitanti) per il rilascio del permesso di costruire e si è stabilita la riapertura dei termini per i piani regionali, incentivando la demolizione e ricostruzione con libertà  di sagoma, introducendo un premio di volumetria del 10% per gli edifici non-residenziali.

Per le opere pubbliche fino a 1.000.000 di euro si può ora procedere all'assegnazione senza gara d’appalto; possono essere affidati dalle stazioni appaltanti a cura del responsabile del procedimento. Sempre per le opere non superiori ad Euro 1.000.000, per lavori superiori a 500.000 euro l'invito è rivolto ad almeno 10 soggetti. Per lavori inferiori ad Euro 500.000, l'invito è rivolto ad almeno 5 soggetti.
In questi giorni, tuttavia, già  si discute dei possibili emendamenti.

La Commissione Ambiente propone ad esempio di includere nella procedura negoziata senza bando anche i servizi di progettazione.

Per non penalizzare le piccole opere, inoltre, è stato proposto di differenziare le infrastrutture strategiche da quelle ordinarie che, essendo di dimensioni minori risultano penalizzate dal tetto massimo del 2% per la realizzazione di opere compensative.

A seguire, si propone di ridurre il limite del 20% per le riserve, per non penalizzare le imprese appaltatrici (su cui si andrebbero a “scaricare” i rincari innalzando per loro i costi).