La Posta Elettronica Certificata è stata nell'ultimo anno al centro delle iniziative del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta.
Quello che è innegabile è che questo strumento sia stato promosso con vigore dalle stesse istituzioni, promuovendolo a vettore privilegiato nelle comunicazioni con la pubblica amministrazione.
Tuttavia, al di là degli annunci e dei proclami, le pubbliche amministrazioni pongono qualche resistenza nell'utilizzo reale delle caselle di PEC, soprattutto nelle piccole realtà amministrative in cui la presenza di una nuova modalità di comunicazione tende a spaventare, e non poco.
Quelli che invece sembrano essersi dotati di una casella di PEC sono stati i professionisti, nonostante gli attriti iniziali dovuti principalmente all'assenza di chiarezza normativa ed alla mancanza di conoscenza tecnica.
Sono stati necessari diversi tavoli tra le istituzioni e le categorie, ma alla fine chi più chi meno ha ricevuto o acquistato in modo agevolato un proprio indirizzo di PEC.
Nella maggior parte dei casi, anche considerato il costo trascurabile di una casella di PEC, gli stessi ordini professionali hanno fornito gli indirizzi ai propri iscritti, mentre in altri è stato il professionista ad acquisire la casella, spesso accedendo a sconti particolari.
Comunque il risultato è che oltre il 50% del totale dei professionisti ha una casella di PEC, aggiungendosi alle oltre 400 mila imprese, soprattutto di nuova costituzione in quanto obbligate.
Adesso la necessità impellente è quella di utilizzare in modo significativo queste caselle, superando la fase iniziale di mero rispetto dell'obbligo normativo di averle.
Il vero banco di prova della PEC saranno quindi i servizi che le amministrazioni riusciranno a mettere in campo e la capacità di tutti, comprendendo a fondo pregi e difetti dello strumento, di utilizzare al meglio le potenzialità in termini di economicità , garanzie e sicurezza della comunicazione.