In questi giorni si provvede a tracciare un quadro consuntivo sulla condizione dell’Italia al termine della crisi economica. E' da notare come, particolarmente in questo periodo, collegato all'argomento crisi troviamo solitamente parole come Sud o di uno dei molteplici sinonimi. Forse perché ormai congiuntura economica e regioni meridionali hanno stretto una tacita alleanza il cui accordo è pressoché indissolubile. In questo articolo abbiamo voluto riprendere tre interviste pubblicate su diversi quotidiani al fine di tracciare un quadro generale che rappresenti la situazione economica dell’Italia: da sud a nord.
Il Rapporto Svimez è chiaro: le conseguenze della crisi economica per il Sud sono state pesantissime. Mentre tutta l’Italia va avanti lottando contro quel che resta della congiuntura, il Mezzogiorno si arena sempre più verso una condizione di staticità economica.
A giustificare tale situazione è il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che, in un'intervista al quotidiano La Stampa, assicura che la mancata crescita del Sud non è legata alla crisi ma a un modello di sviluppo clientelare e assistenziale.
Nel frattempo l’Inps ha presentato i dati dell’industria italiana: gli ordinativi crescono del 26,6% rispetto a maggio dell'anno scorso mentre il fatturato dell'8,90% se confrontato allo stesso periodo e dello 0,80% rispetto al mese scorso. Per questo dobbiamo ringraziare la Germania. E’ quanto riferito da Paolo Guerrieri, ordinario di Economia politica della Sapienza, che al Riformista dimostra come la ripresa sia trainata dalla Germania poiché ha influenzato positivamente le esportazioni italiane. Al contempo il professore lancia un allarme rispetto al rischio rappresentato dalla depressione della domanda europea dopo le manovre di aggiustamento dei conti pubblici. Export forte, quindi, però le imprese italiane non dovrebbero approfittarne al fine di non far diventare l'Italia troppo dipendente dalle esportazioni.
Ottimista, ancorché prudente, Marco Fortis docente di economia industriale all'Università Cattolica di Milano nonché vicepresidente della Fondazione Edison e studioso dei distretti industriali del Made in Italy, intervistato da La Nazione, secondo cui i dati Svimez dimostrano come le imprese siano sopravvissute alla crisi, come le stesse abbiano reagito con le esportazioni e quanto siano ancora competitive all'estero.