Tratto dallo speciale:

Studi di Settore per il 2009: tutti i nuovi correttivi

di Roberto Grementieri

Pubblicato 21 Giugno 2010
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:40

logo PMI+ logo PMI+

Con la circolare n. 34/E del 18 giugno 2010, l’Agenzia delle Entrate ha illustrato le novità  sull’applicazione degli Studi di Settore per il 2009, per adeguarli alla caratteristiche delle singole aree.

Dall’attività  di analisi del territorio e delle sue specificità  sono nati tre indicatori che consentono di differenziare l’applicazione degli Studi e adeguarli alla caratteristiche delle singole aree.

Il primo indicatore, denominato livello di retribuzioni, è individuato a livello provinciale e considera quanto incide il costo delle retribuzioni sulla determinazione dei ricavi.

Il secondo indicatore, denominato livello del reddito disponibile per abitante, invece, tiene conto della capacità  dei contribuenti di produrre ricavi/compensi, in funzione dei diversi livelli di benessere e del tasso di sviluppo economico che caratterizzano il luogo in cui svolgono la loro attività .

Il terzo indicatore riguarda il livello delle quotazioni immobiliari e nasce in particolare per gli studi delle costruzioni e quelli di valorizzazione immobiliare, differenziando il territorio nazionale in base ai valori di mercato degli immobili per comune, provincia, regione e aree territoriali.

Da tali indicatori, sono nate quattro tipologie di correttivi.

La prima categoria di interventi è relativa all’analisi della normalità  economica per coloro che presentano una riduzione dei ricavi/compensi.

I secondi correttivi sono quelli specifici per la crisi, che adeguano ai suoi effetti i risultati degli studi.
Per i professionisti che operano a prestazioni, ad esempio, questi interventi tengono conto del possibile aumento del peso degli acconti sul totale dei compensi, e sono nati mettendo in relazione l’andamento dei compensi dichiarati con il posizionamento nell’analisi di congruità  e la percentuale di quelli relativi ad incarichi iniziati e completati nell’anno.

Ci sono poi i correttivi congiunturali di settore, calcolati per singolo modello organizzativo, considerando la contrazione dei margini e il minor utilizzo degli impianti, per le imprese.

Infine, la quarta linea d’azione riguarda i correttivi congiunturali individuali, che interessano i soggetti non congrui che presentano una riduzione dei ricavi/compensi dichiarati.

I nuovi correttivi sono il frutto di un accurato monitoraggio dell’impatto della crisi, basato sulla raccolta delle informazioni fornite dalle associazioni di categoria, a loro volta incrociate con i risultati delle analisi dei settori svolte da Banca d’Italia, Istat, Isae, Prometeia e altri istituti di ricerca di primaria importanza in campo economico aziendale.