Sostenere un'impresa innovativa ad alto contenuto tecnologico nelle prime fasi della sua vita può rappresentare una scommessa rischiosa ma anche un investimento a lungo termine.
In effetti, è proprio nella fase di avviamento, in cui il neo imprenditore non dispone né di solide conoscenze manageriali, né delle risorse finanziarie e logistiche necessarie, ed in cui il business plan è solo sulla carta, che (dati alla mano) il rischio di mortalità per un'azienda è molto più alto.
Nel caso in cui poi si intraprendano progetti legati alle nuove tecnologie, solitamente basati sul successo o meno di attività di ricerca, tale pericolo può diventare ancora maggiore.
Ciò, con una particolare incidenza sulle possibilità delle imprese giovani di ottenere finanziamenti da parte delle banche, per lo più orientate ad erogare le proprie risorse ad aziende già esistenti, operanti in settori tradizionali e capaci di offrire garanzie reali a copertura del credito ricevuto.
Per compensare quel gap esistente sui mercati finanziari che non permette alle imprese di sfruttare il loro potenziale, ma anche per scommettere sull'innovazione, quale fattore di crescita ed occupazione, gli enti preposti alle politiche di sviluppo economico del territorio sono chiamati ad intervenire con strumenti di sostegno.
Un esempio, in questo senso, viene offerto dalla Regione Emilia Romagna che, grazie ai fondi strutturali ricevuti dall'Unione europea, ha emanato un bando ad hoc di 2 milioni di euro a “Sostegno allo start-up di nuove imprese innovative“.
Il bando, che da attuazione all'attività I.2.1 del Programma Operativo Regionale 2007-2013 – Asse 1 “Ricerca industriale e trasferimento tecnologico”, sostiene i costi di avvio e di primo investimento di imprese di nuova costituzione (vale a dire che alla data del 17/05/2010 risultano essere costituite da non più di 36 mesi) ad elevato contenuto di conoscenza, basate sulla valorizzazione economica dei risultati della ricerca e dello sviluppo di prodotti e servizi nel campo delle nuove tecnologie.
L'aiuto è rivolta ai cosiddetti spin-off universitari e degli enti di ricerca (vale a dire a quelle imprese nate al fine di trasferire tecnologie scaturite da progetti di ricerca ad applicazioni industriali), alle nuove imprese nate nell'ambito dei laboratori della Rete Alta Tecnologia dell'Emilia-Romagna, e, più in generale, a nuove imprese in settori ad alta tecnologia.
In particolare, per ricevere il sostegno, le aziende dovranno operare in uno dei seguenti ambiti:
- Biotecnologie, farmaceutica, chimica organica;
- Nanotecnologie, nuovi materiali, chimica fine;
- Meccanica di precisione, strumenti di misura e controllo, sensoristica, biomedicale, elettromedicale;
- Informatica e telematica, tecnologie digitali, audiovisivo;
- Tecnologie per le energie rinnovabili, il risparmio energetico, l'ambiente;
Il contributo in conto capitale concesso in regime “de minimis” fino ad un massimo di 100mila euro, non potrà superare il 70% dell’investimento previsto.
Le domande dovranno essere inviate alla Regione Emilia Romagna a partire dal 17 maggio al 15 giugno 2010.
Per ulteriori informazioni, consultare la pagina del bando sul sito del FESR Emilia Romagna.