Alcuni giorni fa (il 18 febbraio 2010) la Commissione ministeriale preposta ha esaminato ed approvato i 69 studi di settore che andranno in vigore a partire dal periodo d'imposta 2009.
Gli studi sono così suddivisi: 12 per le attività professionali, 21 per quelle del commercio, 12 per le manifatturiere e 24 per le attività dei servizi.
Particolare attenzione è stata riservata al comparto dell’edilizia.
Si tratta, infatti, del primo studio a cui è stata applicata una metodologia di analisi su base territoriale al fine di renderlo più aderenti alla realtà .
Le risultanze derivanti dall'applicazione dello studio sono state verificate dagli Osservatori regionali che hanno verificato l’effettiva rappresentatività alla realtà economiche locale.
Sotto il profilo metodologico, le imprese del settore edile sono state suddivise tenendo conto degli aspetti strutturali. In questo modo, sono stati individuati 408 gruppi rappresentativi dei modelli organizzativi delle imprese del settore.
Tra le più importanti novità si segnalano la predisposizione di indicatori di normalità economica specifici; la definizione di tre nuovi indicatori territoriali; l'individuazione di una nuova modalità di valorizzazione del contributo dei soci amministratori.
Per quanto concerne i nuovi indicatori territoriali va osservato che gli stessi permettono di differenziare i risultati stimati, all'interno della funzione di ricavo.
Tali indicatori tengono conto del livello delle retribuzioni, di quello del reddito disponibile per abitante e del livello delle quotazioni immobiliari.
Va evidenziato che l'approvazione dei 69 studi di settore consente al contribuente, ove più favorevoli, l'applicazione retroattiva degli stessi in sede di eventuale contenzioso.