Italia in ritardo nello sviluppo del Fotovoltaico? Tutto il contrario, almeno secondo i risultati di una ricerca dell’Eu Energy Institute che, a sorpresa, dichiara che in Italia per il fotovoltaico sarà possibile raggiungere la grid parity, quindi prezzi competitivi con quelli relativi all’elettricità ottenuta da fonti tradizionali, già dal 2010. Le affermazioni dell’Istituto si basano sul fatto che la durata dei pannelli solari in esercizio è superiore al previsto e quindi “diminuiscono” i costi di installazione ed esercizio.
Il costo per la installazione e gestione di pannelli fotovoltaici sembrerebbe dunque sovrastimato dal momento che alcuni test, condotti dal Prof. Heinz Ossenbrink dimostrano che il 90% dei pannelli solari in commercio ha una vita media di 30 anni, invece dei 20 previsti.
Il calcolo dei costi è stato “corretto” al ribasso a seguito dei test, solitamente utilizzati per le automobili, cui l’Istituto ha sottoposto i pannelli solari dimostrando che i pannelli solari sono in grado di avere una buona performance dopo trent’anni. Tra l’altro si stima che saranno presto sul mercato pannelli solari con una durata ancora superiore.
Altri fattori considerati determinanti e che consentirebbero al nostro paese di avere un fotovoltaico competitivo in modo così “istantaneo” sono stati individuati nella posizione geografica favorevole e nei maggiori costi dell’energia elettrica ottenuta da fonti tradizionali; in confronto i paesi del nord europa con un clima meno favorevole, raggiungerebbero la grid parity solo nel 2030 ed un’altra metà dei paesi UE potrebbe ottenere la parità , senza incentivi, nel 2020 .
I programmi di incentivi in Germania, Italia e Spagna hanno creato una produzione talmente elevata che i prezzi dei pannelli fotovoltaici sono scesi del 30% solo lo scorso anno (ma anche per via del calo degli ordini legati alla recessione). Saranno soprattutto i programmi su vasta scala avviati negli Usa, in India e (soprattutto) in Cina che contribuiranno a spingere ulteriormente al ribasso i prezzi dei componenti di un campo fotovoltaico e ad incentivare lo sviluppo delle pmi operanti in questo settore.
Strano ma vero è che, recentemente, nel nostro Parlamento, dopo le proteste di associazioni e imprese è stato ritirato l’emendamento alla Finanziaria 2010 contenente tagli a incentivi, e vincoli per l’industria delle fonti rinnovabili, una sorta di assalto alla diligenza al contrario. Scarsa sensibilità o conoscenza anticipata dei risultati dello studio condotto dal Prof. Ossenbrink?