Esiste una differenza fra monitoraggio dei dati aziendali e controllo di gestione?
In base alla mia esperienza “sul campo”, spesso non viene fatta distinzione fra le due cose ed il termine controllo di gestione viene utilizzato in modo “improprio”.
Le esigenze delle Pmi spesso si limitano al monitoraggio dei dati aggregati derivanti dalle attività che svolgono. Le scritture di contabilità alimentano una contabilità analitica, che permette di aggregare i dati in base alle esigenze di analisi. Report più o meno complessi che permettono di monitorare l’azienda e verificare in modo analitico l’andamento della gestione.
Per fare tutto ciò, spesso è sufficiente dotarsi di un software che permetta di aggregare i dati per centri di costo e ricavo, fornendo informazioni che la semplice contabilità generale non permetterebbe di ricavare.
Cosa ben diversa è rappresentata dalla necessità di dotarsi di un vero e proprio sistema di controllo di gestione, che prenda l’avvio dalla determinazione del budget e estrapoli poi entità aggregate dai dati consuntivi, permettendo di disegnare scenari alternativi di gestione, simulando i vari andamenti aziendali, in base alla valorizzazione di determinate variabili.
Il software per gestire una tale tipologia di operazioni, è molto più complesso e spesso inoltre, non è sufficiente un solo applicativo.
Oltre ad un buon ERP che permetta di gestire la contabilità analitica e quella industriale, si deve avere a disposizione una valida piattaforma di analisi dei dati. Un software di business intelligence, rappresenta un’ottima soluzione per poter sfruttare al meglio, per le decisioni aziendali, i dati che sono inseriti nel database collegato al software ERP.
L’analisi spinta del dato e la possibilità di creare scenari alternativi di gestione, sulla base dei dati previsionali e consuntivi a disposizione, consentono di garantire un buon controllo di gestione.