Se Atene piange, Sparta non ride: così la crisi economica che mette a dura prova le imprese italiane, soprattutto di piccola e piccolissima dimensione, ha richiesto, oltre alla definizione di misure straordinarie per contrastarne (ancora difficile stabilire con quale esito) le ricadute sulle aziende, soprattutto l'utilizzo straordinario degli ammortizzatori sociali per i lavoratori.
Il ricorso massiccio, soprattutto a partire dall'inizio dell'anno ed in settori che tradizionalmente utilizzano manodopera in modo intensivo, è stato tale da segnare in molti casi aumenti percentuali a tre cifre rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente. Soprattutto nel caso delle Pmi, delle microimprese e delle imprese artigiane con dipendenti, oltre allo spettro della chiusura si è presentato, altrettanto grave, il problema di preservare il “capitale umano” di queste aziende, frutto in moltissimi casi (vedi soprattutto le imprese artigiane) di investimenti importanti in formazione degli addetti.
La notizia di un rallentamento del ricorso alla Cassa Integrazione da parte delle imprese commentata dal Ministro del Lavoro Sacconi nelle scose settimane, come un primo dato positivo che incoraggia a ritenere che non solo la fase peggiore della crisi sia alle nostre spalle ma che ci sia anche una moderata ripresa sia nella produzione industriale che nell'edilizia, settore quest'ultimo che maggiormente ha sofferto questa fase economica negativa, lascia intravedere forse spiragli positivi per il futuro.
Anche la crescita della cassa integrazione “in deroga”, il cui utilizzo è stato esteso a categorie di imprese precedentemente escluse, risulterebbe in sostanza determinata dalla conduzione a regime dell'accordo tra Governo e Regioni e rappresenterebbe, comunque, una componente minima delle risorse assegnate al complesso degli ammortizzatori sociali.
Il Ministro del Welfare si è rivolto alle imprese italiane chiedendo una moratoria sui licenziamenti causati della crisi, garantendo risorse sufficienti per mantenere i rapporti di lavoro pur riducendo la produzione, e subito dopo ha annunciato la proposta di un incentivo ad hoc, per le aziende che decidono di non ricorrere alla cassa integrazione per i lavoratori, o che riammettono i lavoratori cassintegrati nell'azienda stessa, cui si sono aggiunte misure a sostegno dell’autoimprenditorialità .
Basteranno per consentire alle Pmi di uscire dalla crisi garantendo la “conservazione” del proprio capitale umano?