La forte competizione nel mercato di prodotti tecnologici dovrebbe spingere le aziende ICT ad intraprendere scelte che aumentino la propria capacità di offrire beni e servizi di qualità a prezzi concorrenziali.
La tentazione – in questo momento di crisi – potrebbe essere quella di concentrarsi unicamente sulla riduzione di spesa, per potersi proporre sul mercato con prezzi appetibili.
Stipendi bassi e attrezzature di lavoro acquistate con un’ottica di risparmio, potrebbero essere scelte come le uniche “armi” con le quali un’azienda tenta di imporsi nel proprio mercato.
L’ambiente di lavoro, però, risente subito di una tale politica aziendale, con significativi effetti sulle attività produttive. L’inadeguatezza degli strumenti di lavoro, in primis, penalizza pesantemente la capacità di produrre con efficienza e qualità .
Ma a minare i risultati di business sono anche le scarse motivazioni – leggi bassi livelli retributivi – che incidono negativamente sulla propensione del lavoratore a rendere il massimo.
Il voler risparmiare su ogni cosa influenza, infine, anche l’aspetto organizzativo. Una struttura rigida, con divisioni per competenze ed interdipendenze fra reparti stabilite con cura, non viene nemmeno considerata: è preferibile, per i cultori del “risparmio estremo”, che tutti sappiano fare un po’ di tutto per eliminare eventuali tempi morti (costosi) del dipendente.
Tutte queste scelte, votate unicamente al risparmio, difficilmente producono nel lungo periodo gli effetti sperati.
La mancanza di organizzazione e i profili retributivi inadeguati producono tra l’altro un “effetto turnover”, con continui cambi di personale, che non favoriscono di certo una continuità efficiente dell’attività aziendale.
La mancanza di organizzazione e di conseguenza, di centri di competenza, impedisce un flusso di lavoro efficiente, incrementando errori e diseconomie di gestione.
Strumenti di lavoro poco efficienti, rappresentano un risparmio solo in sede di acquisto, diventando in un secondo momento, causa di un mancato guadagno.
Risulta perciò palese il fatto che la competitività non si ottiene solo riducendo i costi. Anzi, una tendenza al risparmio eccessivo ha effetti deleteri sulle potenzialità competitive dell’azienda.
Investire sulle risorse umane e materiali non deve essere considerato un costo, ma un ottimo modo per far rendere proficuamente i capitali dell’azienda.