I dubbi interpretativi, quando si tratta di applicare una nuova norma, sono come gli esami: non finiscono mai!
Il D.Lgs. 81/2008 in vigore dal maggio di quest'anno è sostanzialmente una norma giovane che, conseguentemente, ha parecchia strada da fare.
Soprattutto se messo a confronto con il “vecchio” D.Lgs. 626/94, mandato in pensione dopo circa quindici anni di più o meno “onorata” carriera e, chissà , probabilmente ancora rimpianto da qualche addetto ai lavori nei momenti di disperazione, indotta da novità legislative e scadenze incombenti dei nuovi adempimenti.
Considerando che mondo ed economia sono in continua evoluzione (o forse dato il momento congiunturale dovremmo parlare di involuzione) il Legislatore ha ritenuto che anche la prevenzione degli infortuni, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro necessitassero, evidentemente, non solo di una semplice “lucidata agli ottoni” ma di qualcosa di più consistente: una vera e propria ristrutturazione.
Finora, per la comprensione del nuovo Testo unico sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, sono state dispiegate molte risorse, soprattutto da parte delle Istituzioni, con campagne mirate alla diffusione della conoscenza della nuova normativa.
Del resto, la nuova disciplina ha implicazioni ancora più forti di prima per l’organizzazione aziendale, in termini di adempimenti, sanzioni ed anche scadenze che, come in ogni caso di novità normativa che si rispetti, richiede un periodo transitorio consistente prima che ci si trovi d'accordo sul “chi fa che cosa” e soprattutto sul “quando e come” fare il qualcosa prescritto dalle norme.
Tra le molte fonti di informazione (ma sembra che non siano mai abbastanza) è consultabile anche una pubblicazione, sul sito della Sanità Pubblica – Prevenzione sanitaria negli ambienti di vita e del lavoro della Regione Piemonte, dei quesiti pervenuti al numero verde regionale per la sicurezza sul lavoro al mese di ottobre 2008.
I quesiti e le relative risposte – elaborate da un gruppo di lavoro composto da esperti delle ASL piemontesi, della Regione Piemonte e dell’INAIL – senza la pretesa di essere esaustivi, sono tuttavia estesi a tutte le fattispecie disciplinate dal D.Lgs. 81/2008, consentendo ai fruitori un quadro di insieme più nitido sulle novità introdotte dal nuovo T.U. in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Sicuramente, ci vorrà ancora tempo prima che le imprese, soprattutto Pmi e microimprese, siano nelle condizioni di poter gestire con naturalezza la nuova disciplina: molto dipenderà anche dalla chiarezza con cui la conoscenza del nuovo modello di salute e sicurezza, vigente nel nostro Paese, verrà trasferito nei ambienti di lavoro stessi.