La scorsa settimana a Rimini, si è svolta la fiera “Ecomondo“, l’appuntamento annuale di esposizione di un'ampia gamma di opportunità tecnologiche, sistemi e attrezzature e servizi per la soluzione dei problemi ambientali.
Un appuntamento ritenuto importante per confrontarsi sulle novità e sulle potenzialità dell'ambiente; settore in continua espansione e con un’aspettativa interessante di crescita degli investimenti nel prossimo futuro.
Parallelamente, veniva pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 6 novembre 2008 n. 172 con cui il Governo è tornato ad occuparsi dei rifiuti e, in particolare, dell'emergenza rifiuti in Campania.
La norma, subito operativa, è stata applicata con la solerzia che si conviene ad un'emergenza, tant’è che nel solo fine settimana ci sono scappati ben sei arresti; non sono neppure mancati i commenti sulla questione (un po' particolare in verità ) che questo inasprimento delle sanzioni, volto a colpire l'abbandono indiscriminato dei rifiuti, sia stato localizzato esclusivamente in una Regione, probabilmente a dimostrazione che il problema viene percepito, dall'opinione pubblica, in modo ormai generalizzato in tutto il Paese e che la richiesta di una soluzione più ampia è molto forte.
Insomma, praticamente in “diretta” sono andati in onda i due aspetti, le due facce della medaglia, di una questione che da anni è vissuta, mediamente, più come un problema che come una opportunità “legale” di sviluppo di nuove attività imprenditoriali, nonché di supporto a quelle già esistenti (attività di riutilizzo, riciclo, riuso dei rifiuti prodotti).
Così, per un momento, mentre un occhio cadeva attonito e intristito sulle immagini delle “ecoballe” accatastate nelle solite piazzole dei depositi temporanei e sulle immagini dei roghi di piramidi di rifiuti abbandonati, l'altro (occhio) ha avuto la possibilità di un minimo sollievo, soffermandosi sulle possibilità illustrate dagli espositori di Ecomondo: proposte di gestione “normalizzata” di ciò che essendo stato definito e gestito, soprattutto a livello normativo, come un problema ha finito per deteriorasi sino a divenire una situazione praticamente insostenibile.
Nel frattempo, la crisi in atto comincia a far sentire i suoi effetti sulle imprese – comunque impegnate a rispettare le politiche ambientali, anche e soprattutto in relazione alla produzione – ed in particolare sulle Pmi e, purtroppo, si teme che al momento sia l'unico fattore realmente in grado di regolare la produzione dei rifiuti. Anche nel nostro Paese.