Nuovi studi di settore stanno confermano una tendenza che sta emergendo chiara in questo 2008: il “woman power” in azienda: secondo l’inchiesta condotta nei mesi scorsi in Australia per lo Steps Leadership Programdalla società di consulenza Peter Berry Consultancy, si prefigura una nuova era imprenditoriale all'insegna delle Manager rosa, quella dell’Innoversity.
In base alla ricerca le donne sarebbero più portate per lo studio e più inclini all’innovazione. tuttavia, nonostante ciò faticano più dei colleghi maschi nel raggiungere la leadership delle aziende, anche se una volta al timone sanno dirigere con fermezza e pragmatismo.
Secondo i dati raccolti tra 1800 direttori e manager, sia uomini che donne, emerge che il genere femminile avrebbe maggiore senso strategico: le donne si assumono più rischi e dimostrano la medesima motivazione e stabilità emotiva degli uomini.
“Le donne sono ambiziose, determinate, maliziose e piene di immaginazione. Sono più fiduciose, competitive, visionarie e hanno una presenza più forte”.
Lo ha dichiarato Gillian O'Mara, direttore generale dello Steps Leadership Program.
A onor del vero, la ricerca ha rivelato che gli uomini risultano più “fattivi” quando occupano posizioni di comando e controllo, soprattutto quando si tratta di concentrarsi per raggiungere il profitto economico.
Rispetto alle donne, però, gli uomini sono meno inclini alla gestione delle relazioni umane, proprio perché più orientati al “fare soldi” e a curare meno i sentimenti degli altri.
La loro costante preoccupazione si concentra intorno agli investimenti, ai costi, ai ricavi, al budget e ai profitti per mantener in vita e far evolvere l’azienda.
Eppure oggi, nella cultura di impresa, è altrettanto importante la capacità di gestire le relazioni umane e la diversità per creare innovazione e profitto, come ha dimostrato Susanne Justesen, ricercatrice e manager a capo di Innoversity, azienda di consulenza da lei fondata nel 2000.
Vedremo se anche le aziende italiane sapranno recepire queste nuove tendenze manageriali, che potrebbe rilevarsi un vantaggio competitivo per creare profitto e tolleranza, facendo leva sulla capacità femminile di gestire e valorizzare la diversità .