Liquidità  alle Pmi per contrastare la crisi finanziaria

di Paolo Sebaste

Pubblicato 31 Ottobre 2008
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:43

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Certamente non sono stati i piccoli imprenditori a contribuire alla crisi finanziaria che ha messo in ginocchio alcune tra le più potenti banche d’affari nel mondo, eppure ormai è evidente che gli influssi arrivano ad estendersi ai settori produttivi ed acuiscono la percezione generale che non ci si trovi più di fronte ad un semplice elemento di preoccupazione ma si tratti di una situazione concreta in cui già  molte Pmi ed imprese artigiane si trovano a dover fare i conti nella realtà  quotidiana:
C'è meno denaro a disposizione e costa sempre più caro.

In tale direzione aumentano i segnali allarmanti sia rispetto alle richieste di finanziamento di nuovi investimenti, con allungamento dei tempi di concessione, aumento delle garanzie richieste, aumento del costo delle operazioni, sia con riferimento alle richieste sempre più frequenti, da parte degli istituti di credito, di rientro o di contenimento degli affidamenti concessi.

Più che alla crescita ed allo sviluppo le richieste di mutui, che hanno un costo inferiore rispetto a finanziamenti a breve termine, sono indirizzate a fronteggiare le esigenze derivanti dalla gestione corrente o per ripianare debiti pregressi.
La richiesta al Governo di finanziare con un miliardo di euro il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, è stata estesa anche alle Regioni per consentire l'aumento patrimoniale dei confidi, ampliando l'accoglimento delle richieste di finanziamento che perverranno dalle Pmi e dalle imprese artigiane, ed in tale direzione sono già  stati avviati interventi dall'Emilia Romagna, Lombardia, Lazio e Veneto.
La esigenza più grande resta quella di consentire la gestione degli impegni finanziari del breve periodo, quali il pagamento degli stipendi, dei contributi previdenziali e delle tasse; In particolare proprio il capitolo fisco rappresenta il punto di sofferenza più prossimo delle Pmi, essendo vicina la scadenza dell'acconto di novembre, per il quale le imprese hanno chiesto al Governo misure straordinarie per consentire la rideterminazione della percentuale da versare oppure la rateizzazione dei versamenti.

Altro capitolo che necessita una soluzione riguarda le imprese fornitrici delle pubbliche amministrazioni, che pur risultando creditrici per lavori svolti, in assenza di liquidità  (per ritardi nei pagamenti) rischiano di trovarsi nelle condizione grottesca di non poter provvedere nei termini al pagamento di imposte, contributi o forniture, di subire per tale motivo il blocco degli incassi fino all'estinzione del debito e, in aggiunta, la esclusione dalla possibilità  di continuare la propria attività  partecipando ad altre gare di appalto.