Sicurezza: per lungo tempo uno spauracchio per molte imprese preoccupate della conformità aziendale.
Certo è che – oltre all’attenzione mediatica legata ai fatti di cronaca quotidianamente riportati – la vecchia legge 626 era oggettivamente uno strumento da rivedere, con una “presa di posizione normativa” necessaria a gestire i ritmi turbolenti di questo mercato globale.
Ecco perché il legislatore ha di recente messo a punto il nuovo decreto legislativo che ingloba anche responsabilità penali e civili in tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: il D.lgs. 81/2008.
Le novità sostanziali del Testo unico della sicurezza sul lavoro? Diverse e articolate. A mio avviso, le più importanti sono quelle collegate al tema della responsabilità sociale nonché ai modelli di organizzazione e di gestione.
Sul tema dei modelli di gestione c’è molto da approfondire perché essi rappresentano la chiave di volta per la nuova gestione della sicurezza in azienda.
Infatti nell’art. 30 del D.lgs. il comma 5 riporta testualmente “…In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre 2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti di cui al presente articolo per le parti corrispondenti.”.
In soldoni vuol dire che le aziende che si sono dotate – o che si doteranno – di una di queste certificazioni potranno essere considerate conformi alla normativa.
Questo passaggio è fondamentale perché non solo indica un percorso ben preciso su come affrontare la transizione, ma suggerisce alle aziende di adottare dei modelli organizzativi che possono anche presentare un esborso non previsto ma che, alla lunga, permettono di gestire meglio le fasi della propria organizzazione aziendale.
E, come è ben noto, in fase di cambiamento l’ottimizzazione del modello organizzativo è il passaggio fondamentale per l’adattamento del “Sistema Azienda”.