Le nuove tecnologie, grazie alle loro applicazioni, permettono anche alle persone diversamente abili di impiegare al meglio le proprie capacità cognitive, indipendentemente da loro handicap fisico.
E' il caso di B-Able, società romana che si è sviluppata all'interno dell'incubatore E2Blab dell'Università Tor Vergata, con un progetto per realizzare dispositivi che permettono agli ipovedenti di superare parzialmente il loro handicap ed operare, per esempio in ufficio, in ruoli che rispecchiano al propria competenza IT, in linea con quanto la normativa (L. 68/99) in tema di “diritto al lavoro dei disabili” si propone.
B-Eye è una loro invenzione: si impugna come un telecomando, e che riesce a leggere testi stampati su numerosi tipi di supporti traducendoli in formato vocale. Questo strumento riesce a riconoscere la superficie e il relativo documento scritto: un giornale, una bolletta, una fattura, uno scontrino i cui dati testuali, grazie ad un sintetizzatore vocale, vengono trasformati in suoni.
Esistono sul mercato diverse versioni di B-Eye: la versione base che può essere acquistata per circa 600 euro e che funziona con un qualsiasi PC, mentre il modello portatile, ideato per gli utenti non abilitati all'uso del computer, è dotato di un hardware specifico, ma il costo si aggira intorno ai 2.600 euro.
Tra i nuovi progetti a cui B-Able sta lavorando ci sono le innovative funzionalità B-Eye che permettono il riconoscimento di colori, di forme geometriche, e la possibilità di leggere frasi intere e testi stampati anche su superfici curve.
Invenzioni come B-Eye sono la prova delle enormi potenzialità che la tecnologia, e i relativi investimenti in ricerca e sviluppo, hanno nel favorire l’inclusione sociale e professionale dei diversamente abili, con un ritorno positivo per la loro dignità di lavoratori e per le imprese che valorizzandoli,dimostrano una matura e consapevole Corporate Social Responsability.