Per un’azienda è indubbiamente importante delineare dei metodi incentivanti per valorizzare in modo adeguato le professionalità espresse dai propri dipendenti.
Occorre quindi valutare bene i criteri di intervento, le aree applicative e gli eventuali limiti dei sistemi di premio.
Le politiche retributive rappresentano quindi uno strumento con il quale un’impresa cerca di individuare e motivare il personale su determinate esigenze operative. Ciò deve chiaramente avvenire nel pieno rispetto della capacità salariale interna, della contrattazione collettiva e delle norme vigenti.
Vi sono poi ulteriori punti che vanno considerati per un’analisi più completa:
- La dinamica retributiva, che tiene conto delle fluttuazioni salariali nel tempo.
- La condizione retributiva, che si riferisce alla quota salariale che l’azienda si impegna a pagare.
- La curva retributiva, che delinea il valore dello stipendio in funzione delle diverse qualifiche e mansioni svolte.
Per affrontare al meglio questa tematica sono disponibili numerose società di consulenza, che offrono adeguati programmi di formazione per orientare nel migliore dei modi le strutture d’impresa.
Vengono anche proposti dei rapporti sulle politiche retributive derivanti da interviste somministrate a svariate direzioni aziendali operanti nel nostro Paese.
Si potranno così conoscere criteri e scelte adottati con maggiore frequenza e con relative motivazioni, nell’obiettivo di individuare adeguatamente le priorità strategiche e le modalità operative.
Confrontare le scelte dirigenziali con quelle di altre realtà mi pare possa essere un buon punto di partenza anche per ragionare sugli incrementi degli stipendi fissi, svincolati dai rinnovi dei contratti nazionali. Voi cosa ne pensate?