Tra tutti gli elementi che concorrono a formare il pc, la tastiera è tra quelli che raccoglie minori attenzioni: spesso è una presenza che si dà per scontata.
Il più delle volte – infatti – si usa quella che ci si trova davanti, vuoi perché fornita insieme al computer nuovo vuoi perché facente parte della postazione di lavoro.
Se consideriamo però che (insieme a monitor e mouse) la tastiera è la periferica più utilizzata, vale la pena di spendere qualche parola di più. Non tanto dal punto di vista estetico, ma per affrontare l’aspetto ergonomico.
Non tutti forse sanno infatti che un’errata collocazione della tastiera rispetto a monitor e sedia, piuttosto che forma e dimensioni particolari, possono essere causa di dolori alle articolazioni e infiammazioni dei tendini di mani, polsi e braccia.
Per evitare situazioni poco gradevoli sarebbe utile valutare meglio quale tastiera impiegare, anche a costo di doverne acquistare una nuova. Rispetto al passato, oggi il rischio di incorrere in modelli decisamente nati male (come quelli proposti dalla curiosa graduatoria di PCWorld) è inferiore, ma il problema si pone comunque.
Per esempio, la maggior parte delle tastiere attuali sono dotate di prolunga per appoggiare i polsi: il fatto che si tratti di un’appendice rimovibile induce spesso a non utilizzarla, come invece sarebbe consigliabile. Il fatto che possa apparire scomoda dovrebbe invece indurre a correggere il proprio modo di digitare.
Anche senza arrivare necessariamente al modello lanciato qualche anno fa da Microsoft, dedicato a veri e propri “professionisti della battitura”, dedicare qualche tempo a esaminare più in dettaglio le varie proposte presenti sul mercato (magari con una prova sul campo in qualche centro commerciale) senza preoccuparsi più di tanto di colori, cavi e lucette varie, può rivelarsi un ottimo investimento per evitare fastidiosi disturbi in futuro.