L’aumento in busta paga è pieno, pari a 80 euro al mese, per chi guadagna fino a 24mila euro (esclusi i redditi esentasse, sotto gli 8mila euro annui), ma ne hanno diritto anche i redditi superiori, fino ai 26mila euro, soglia sopra la quale il bonus di azzera: però, fra i 24 e i 26mila euro, l’entità dell’aumento diminuisce progressivamente.
=> Aumento in busta paga nel Decreto IRPEF: calcolo e istruzioni
L’articolo 1 del Decreto IRPEF stabilisce che in questo caso, per calcolare il bonus spettante si debba fare un calcolo particolare:
- si sottrae a 26mila euro il proprio reddito, e si divide il risultato per 2mila euro. Si moltiplica per 640.
Quindi, ad esempio, nel casodi un reddito di 24.700 euro: 26mila – 24.700 = 1.300. Si divide 1.300 per 2mila, ottenendo 0,65. Moltiplicando infine 0,65 a 640, si ottiene 416, il valore del bonus annuo, che corrisponde a 52 euro al mese da maggio a dicembre.
Se il reddito è di 24.500 euro, ne risulterà un bonus 2014 da 480 euro, 60 euro al mese da maggio a dicembre. A quota 25mila euro, si dimezza il bonus annuo, che risulta quindi di 320 euro, 40 euro al mese. L’aumento si azzera completamente a quota 26mila euro di reddito annuo.
Qui bisogna fare una precisazione importante: è possibile che un lavoratore abbia un contratto dipendente a tempo indeterminato con un reddito inferiore ai 26mila euro, e altre fonti di reddito che invece gli fanno superare questa soglia. In questo caso, non ha diritto all’aumento: se il datore di lavoro gli versa l’aumento (non avendo le informazioni sugli altri redditi), deve poi effettuare il conguaglio con la dichiarazione 2015. Il contribuente è comunque tenuto a dare al sostituto d’imposta (la’zeinda) tutte le informazioni sui redditi diversi da quelli erogati dal sostituto, in modo da permettere il calcolo su dati certi.