Dopo la firma della convenzione con l’AdEPP (casse previdenziali dei professionisti) sul cumulo gratuito dei contributi per la pensione dei professionisti, l’INPS deve sottoscrivere gli accordi con le singole gestioni previdenziali e rilasciare una procedura comune per la gestione delle operazioni: a quel punto partiranno i primi pagamenti per coloro che hanno già presentato domanda. Secondo l’INPS, ci vorranno circa un paio di settimane.
La convenzione fissa le regole per applicare il cumulo dei contributi, risolvendo una serie di punti ancora controversi relativi all’armonizzazione fra le diverse regole delle gestioni previdenziali e a questioni di carattere procedurale. Arriva così a compimento l’iter attuativo della misura prevista dalla legge di Stabilità dell’anno scorso (legge 232/2016).
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Si conferma che sarà l’INPS a pagare le pensioni in cumulo, ma è stato messo a punto un meccanismo per cui le casse previdenziali effettueranno un monitoraggio, facendo scattare eventuali conguagli nel caso in cui vengano rilevati errori nella quantificazione della pensione. In arrivo, c’è una procedura automatizzata che l’istituto di previdenza mette a disposizione di tutte le casse dei professionisti.
Il professionista può chiedere il cumulo se ancora non percepisce la pensione (anche se ha già maturato il relativo diritto presso una delle gestioni previdenziali). L’operazione deve riguardare tutti i contributi versati (non si può scegliere di non far rientrare nel cumulo una parte della contribuzione).
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La domanda, come previsto dalla circolare applicativa INPS 140/2017, si presenta alla cassa di ultima iscrizione: se il professionista è iscritto a più enti previdenziali, potrà scegliere quello a cui presentare la richiesta. La domanda viene lavorata utilizzando una procedura automatizzata che l’INPS metterà a disposizione delle singole casse man mano che si firmano le singole convenzioni. Sottolineiamo che in questi mesi quasi tutti gli istituti coinvolti hanno già provveduto a pubblicare le nuove regole di armonizzazione, e a modificare le relative procedure, per cui tutti i passaggi ormai dovrebbero essere molto brevi.
Attraverso la procedura automatizzata la cassa previdenziale che lavora la domanda acquisisce le informazioni necessarie, i dati contributivi e assicurativi, provvede alla relativa validazione, accerta il diritto e la misura della pensione, predispone un prospetto riepilogativo di dati utili per l’adozione del provvedimento, visualizza l’esito della domanda e il trattamento pensionistico spettante.
La procedura è più complessa per la pensione di vecchiaia, perché in questo caso ci sono notevoli differenze, anche relative al momento in cui si matura il requisito. La regola generale, lo ricordiamo, prevede che il professionista possa andare in pensione quando matura il requisito più alto fra quelli previsti dai diversi enti previdenziali ai quali ha versato i contributi che chiede di cumulare. La procedura prevede che ciascun ente inserisca nella piattaforma la data di perfezionamento dei requisiti anagrafici. L’ente di ultima iscrizione aggiunge anche eventuali altri requisiti richiesti, diversi da quelli anagrafici e contributivi. Come è noto, ogni ente inizia a liquidare la propria quota nel momento in cui si matura il diritto a pensione. Il professionista riceve tutte le comunicazioni dall’ente a cui presentato domanda, che provvede costantemente a inviare le comunicazioni anche agli altri enti coinvolti nell’operazione.
Secondo le stime comunicate da Tito Boeri, presidente dell’INPS, ci sono circa 702mila 318 professionisti interessati dal cumulo gratuito dei contributi, 70mila dei quali hanno più di 60 anni.