Il Barometro Mondiale dei Furti nel Retail punta l’attenzione sulle differenze inventariali, con danni per i negozi italiani per oltre 3,70 miliardi di euro.
L’indagine, promossa da Checkpoint Systems e condotta da Euromonitor International, afferma come le cause siano riconducibili principalmente a fenomeni di taccheggio, frodi da parte di dipendenti o fornitori, attività della criminalità organizzata ed errori amministrativi (l’1,3% delle sell-out nel settore Retail).Nel dettaglio, il furto primeggia con un 49% da parte dei clienti e un 27% relativo ai dipendenti, per un totale di 2,81 miliardi di euro di perdite. Il peso delle differenze inventariali suddiviso per i 25.720.100 di nuclei familiari, presenti nel nostro Paese, comporta in media un costo di 144 euro per famiglia. Gli articoli più rubati, a livello globale:
- moda (soprattutto jeans, calzature e capi di lingerie);
- prodotti elettronici (smartphone, iPhone e tablet);
- parafarmaci (trattamenti antiallergici e latte in polvere);
- health & beauty (cosmetici e profumi);
- entertainment (videogames e accessori per cellulari).
In Italia, gli articoli più soggetti a furti sono:
- alcolici (vino e liquori);
- formaggi e la carne confezionata;
- abbigliamento – accessori moda (occhiali da sole, vestiti di marca e costumi da bagno).
La spesa media per i sistemi di prevenzione in Italiaè stata di circa lo 0,1% nel 2012, per un valore complessivo di 285 milioni di euro. «I più lungimiranti stanno implementando soluzioni basate sulla tecnologia RFId, in grado di unire protezione e visibilità del singolo articolo. L'utilizzo di questa piattaforma strategica, congiuntamente agli investimenti in persone e processi, apre nuovi orizzonti per ridurre i casi di disassortimento, incrementare le vendite e migliorare la disponibilità della merce, a vantaggio dei clienti», conclude Per Levin, President and Chief Sales Officer Shrink Management &Merchandise Visibility Solutions Checkpoint Systems. Per maggiori informazioni consulta il Barometro Mondiale dei Furti.