Tra gli ostacoli per la competitività delle Pmi italiane c’è anche il costo dell’energia elettrica: le imprese del manifatturiero, ad esempio, pagano il 29,6% in più rispetto alle colleghe europee. A lanciare l’allarme è Confartigianato, che chiede al Governo più attenzione sulle Rinnovabili, ravvisando in queste l’unica soluzione.
«La crescita della produzione da fonti rinnovabili riduce la dipendenza energetica. Al momento, quella italiana è dell’85,4%, oltre trenta punti più alta della media europea (54%)» ha spiegato il segretario generale Cesare Fumagalli.
Il confronto con l’Europa è increscioso: in Germania la dipendenza è del 60,9%, in Francia del 51,2% e nel Regno Unito addirittura del 26,1%. Fumagalli ha poi sottolineato che dopo la moratoria sul Nucleare ci si aspettava «una spinta sulle Rinnovabili, invece c’è un balletto increscioso sulla riduzione del sostegno a queste energie».
Per Confartigianato, il taglio alle Rinnovabili operata dal governo con il Quarto Conto Energia sarà catastrofico per le Pmi, perché va a sommarsi ai rincari sulle materie prime non energetiche (+39,4% su base annua nel mese di marzo).
Vanno poi considerati anche gli effetti della crisi libica ed il crollo della quantità di gas importata dalla Libia (-51,6% su base tendenziale) con il conseguente rialzo di quella dalla Russia (+38,5% su base tendenziale). L’Italia figura al quarto posto al mondo come importatore di gas naturale. A pesare sulle bollette delle Pmi nostrane c’è anche l’irrefrenabile crescita dei prezzi del petrolio. Così il deficit della bilancia commerciale italiana, per la parte Energia, è arrivata a febbraio 2011 a quota 55,4 miliardi (+32,1% su base annua).
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