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Nucleare: Berlusconi, gli investimenti continuano

di Noemi Ricci

Pubblicato 27 Aprile 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 11:17

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I contratti stipulati per costruire centrali nucleari in Italia non verranno abrogati: aggirato il referendum, il Governo tornerà all'attacco tra due anni.

A pochi giorni dallo stop al Nucleare e alla localizzazione delle centrali, ecco la contro-mossa del Governo: gli investimenti nel settore continueranno ad essere pianificati ed erogati. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in occasione della conferenza stampa congiunta con il presidente francese Nicolas Sarkozy a Villa Madama, ha dichiarato «con la Francia abbiamo stipulato molti contratti» rivelando l’intenzione di proseguire su questa strada: «non vengono abrogati e stiamo decidendo di mandare avanti tanti settori di questi contratti, per esempio quello della formazione».

I contratti a cui si fa riferimento sono quelli tra ENEL – cui è stato affidato lo sviluppo del 50% del Programma Nucleare Italiano – ed EDF, per la realizzazione di 4 centrali nucleari utilizzando la tecnologia EPR.

Si avvalora così la tesi di chi ritiene la cancellazione del quesito di giugno sul Nucleare un semplice escamotage per far fallire il referendum, per poi riproporre gli stessi interessi sotto altra forma, aggirando l’opinione degli Italiani e aspettando che questi abbiano meno fresco nella memoria disastro della centrale di Fukushima.

E la conferma arriva dalle stesse parole del premier: «L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum avremmo rinunciato al nucleare per lungo tempo; invece io spero che tra 1 o 2 anni si potrà ritornare sulla scelta dopo che si sarà fatta chiarezza sulla tecnologia». Berlusconi ha anche aggiunto che il nucleare «è il futuro e la svolta verso le energie rinnovabili non potrà risolvere il problema energetico italiano, che è soprattutto dovuto all’alta dipendenza dall’estero», concludendo poi che «tra uno o due anni l’opinione pubblica sarà consapevole della necessità di tornare all’energia nucleare».

Duro il commento del Pd: «Berlusconi ha gettato la maschera confermando che la moratoria sul nucleare è un bluff – che continua – pertanto, visto che l’emendamento del governo non cancella l’attuazione del piano di costruzione di nuove centrali nucleari, il referendum abrogativo è pienamente in vigore. Chiaramente più della salute degli italiani e dei costi assurdi di un progetto assolutamente non conveniente il governo antepone interessi che alla luce delle carte di WikiLeaks sono sempre più oscuri e controversi. D’altra parte se questo governo si appella tutti i giorni alla volontà popolare perché deve averne paura i prossimi 12 e 13 giugno?».

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