La consegna gratuita dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) direttamente ai rivenditore di device elettronici al momento dell’acquisto di un pari prodotto non funziona: è quanto emerge dalla video-inchiesta Greenpeace, che denuncia ritardi e messaggi ingannevoli.
A sei mesi dall’entrata in vigore del decreto sui rifiuti elettronici (D.M. n.65/ 2010), il 51% dei rivenditori di articoli hi-tech non procede al ritiro obbligatorio “uno-contro-uno“.
L’indagine ha coinvolto 107 esercenti di 31 città italiane (filiali delle catene di Elettronica Euronics, Eldo, Mediaworld, Trony e Unieuro), in molti casi ricorrendo all’utilizzo di telecamere nascoste.
Nella classifica Greenpeace dei rivenditori che si adeguano alle nuove procedure si colloca Eldo (il 60% delle filiali ritira gratuitamente i RAEE). Seguono Mediaworld, Trony, Unieuro ed Euronics (45%). In generale, nel 14% dei casi il ritiro gratuito avviene solo se portato in negozio; nel 12% viene negato comunque.
Non solo: «nel 63% dei casi non viene fornita la giusta informazione ai clienti sulla gratuità del ritiro, nonostante il decreto parli chiaro», ha aggiunto Vittoria Polidori responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «L’Italia è ancora indietro nella gestione dei rifiuti elettronici, nonostante la direttiva comunitaria risalga al 2002».
Alla informazione ingannevole (si invita i clienti a contattare le agenzie locali per la gestione dei rifiuti o a recarsi da soli presso i centri di raccolta pubblici) si aggiunge la truffa: in 27 negozi (i 25%) il costo della consegna a domicilio del nuovo acquisto hi-tech è stato maggiorato per fare la giustificare un ipotetico ritiro non gratuito dell’usato.