Pubblicati Eurostat i risultati delle statistiche sui fattori che influenzano il benessere ambientale in Europa. Lo Studio Eurostat, “Environmental statistics and accounts in Europe”, fornisce una buona base per valutare le strategie europee per raggiungere gli obiettivi comunitari per il 2020.
Le statistiche sull’environmental taxes (tasse ambientali su energia, trasporti, inquinamento e risorse) in rapporto al PIL nei 27 Stati Membri mostra un’Italia nella media.
I dazi ambientali rappresentano il 2,4% del Prodotto Interno Lordo, con il 78,3% rappresentato da imposte sull’energia, il 20,4% da quelle sui trasporti e l’1,3% per inquinanti e risorse.
In Danimarca la più alta quota di imposte ambientali rispetto al PIL (5,7%), seguita da Paesi Bassi (3,9% del PIL), Bulgaria e Malta (entrambe a quota 3,5%). All’estremo opposto invece Spagna (1,6%), Lituania (1,7%), Romania (1,8%) e Lettonia (1,9%) dove si registrano le percentuali più basse rispetto al PIL.
Considerando l’intera area europea le tasse sull’energia, relative ai prodotti energetici per i trasporti specifici per l’uso in sito e gas naturale, rappresentano la quasi totalità delle imposte (72%). In questo caso la tassazione maggiore avviene in Lituania, Lussemburgo e Repubblica Ceca con il 93% di tassazione su prodotti energetici sul totale delle imposte ambientali.
Dopo vengono quelle sui trasporti (23%), ovvero sul possesso e l’uso di veicoli a motore o altri mezzi come gli aerei da trasporto, quindi quelle sull’inquinamento (5%) come le imposte sulle emissioni non-CO2, la gestione dei rifiuti solidi, la produzione e l’uso delle risorse naturali. Sopra la media per le imposte su questi Danimarca (31%), Paesi Bassi (17% ) e Estonia (14%).