Zero Impact Web: Internet green per aziende online eco-sostenibili

di Alessandro Vinciarelli

19 Novembre 2010 11:15

logo PMI+ logo PMI+
Internet a basso impatto ambientale: è la proposta alle aziende di LifeGate con il progetto Zero Impact Web, per promuovere l'utilizzo di energia verde nei ced e nelle server farm

LifeGate ha lanciato il progetto Zero Impact Web, per promuovere una Rete a Impatto Zero capace di preservare il pianeta senza intaccare il business delle aziende online. Obiettivo, fornire informazioni sull’impatto ambientale della navigazione Internet e sensibilizzare utenti e imprese sul tema.

Utilizzando la pagine dal progetto Zero Impact Web è possibile calcolare i metri quadrati di foreste sacrificati per coprire le emissioni di CO2 generate dal proprio sito web in base al numero mensile di pagine visitiate!

In funzione del calcolo, gli utenti potranno partecipare attivamente con un contributo proporzionato alla generazione di anidride carbonica. A fronte dell’adesione, Zero Impact Web rilascerà il certificato che attesta la compensazione, i consigli per la riduzione del tuo impatto cibernetico e soprattutto la mappa che indica il luogo di creazione o tutela della foresta in crescita.

Una campagna interessante e lodevole, soprattutto se si considera la crescita esponenziale degli navigatori attivi. In Italia, nel solo mese di settembren erano 11,986 milioni per una media di 1 ora e 26 minuti di tempo speso sulla Rete ogni giorno. Nel complesso, un buon 68,6% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni.

Le imprese in Rete mirano a incrementare le visite degli utenti sui propri siti web, ma questo implica il ricorso a un numero elevato di server, spesso ospitati in appositi centri di elaborazione dati. In Europa sono circa 7 milioni i CED, per un consumo energetico complessivo di 40 miliardi di kWh l’anno, pari al fabbisogno di oltre 13 milioni di famiglie.

Il problema è che per mantenere in vita la rete delle reti la maggior parte delle server farm utilizza energia da fonti fossili e produce il 2% delle emissioni di anidride carbonica di tutte le attività dell’Unione.