Taglio in bolletta elettrica per PMI: incentivi Rinnovabili a rischio

di Alessandra Caparello

Pubblicato 19 Maggio 2014
Aggiornato 2 Agosto 2014 08:18

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Annunciata una riduzione del 10% dei costi in bolletta elettrica per le imprese: per finanziarla, in vista la riduzione retroattiva degli incentivi alle Rinnovabili.

In arrivo un taglio alle bolletta dell’energia elettrica del 10% in favore delle piccole medie imprese: a confermarlo è stato il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che rimanda la misura a dopo le elezioni europee. Sullo sfondo, i timori delle ripercussioni per la filiera delle Rinnovabili.

Bolletta luce: taglio 10%

Allo studio del Governo, dunque, come sottolineato in Aula in audizione dal Ministro Guidi, ci sarebbe un’ampia revisione delle voci in bolletta elettrica, con l’obiettivo di una maggiore equità tariffaria. Se in Italia il prezzo dell’elettricità, soprattutto per le PMI, è mediamente più elevato del 30% rispetto ai prezzi praticati alle imprese di altri Paesi comunitari, l’impegno del Governo è quello di ridurne i costi del 10%, il che porterebbe ad un risparmio complessivo stimato in 8.400 euro all’anno per le imprese.

Incentivi Rinnovabili

L’ipotesi allo studio del Governo è quella di ridurre i prezzi dell’energia in bolletta intervenendo sulle voci in bolletta, tra cui la componente che finanzia gli incentivi statali per la produzione di energia pulita. In sintesi, l’idea è quella di emanare un decreto spalma-incentivi che diluisca nel tempo le risorse destinate alle imprede delle Rinnovabili (27 anni invece di 20), attuando una rimodulazione (volontaria) degli incentivi statali.

=> Rinnovabili: le nuove rimodulazioni

Il taglio della bolletta sarà quindi contenuto in un pacchetto di norme presentato dopo le elezioni europee, che coinvolge in via diretta il settore delle Rinnovabili (in primis il Fotovoltaico), al cui proposito il Ministro Guidi ha spiegato:

 “La spalmatura degli incentivi previsti nel Destinazione Italia  è in corso di definizione e dovrà determinare la rimodulazione volontaria degli incentivi dilazionata nel tempo, bilanciata peraltro dall’accesso ad ulteriori interventi di rifacimento o di ripotenziamento dell’impianto”.

Il timore degli operatori della filiera è che tali misure si ritorcano loro contro, venendosi a creare creare una riduzione retroattiva dei contributi statali già accordati, in tempi così lunghi da mettere a repentaglio gli investimenti già avviati.