Se è vero che la crisi economica ha esacerbato il problema disoccupazione, è altresì condivisa la convinzione che a fungere da misura di contrasto possa essere investire nella Green Economy: grandi le aspettative soprattutto dell’Unione Europea, nei confronti dei lavori verdi al centro della strategia EU2020 per la crescita e l’occupazione.
Secondo una recente relazione, presentata a Strasburgo da Elisabeth Schroedter, dietro ogni posto di lavoro si nasconderebbe un potenziale green nascosto.
Il concetto è che, qualsiasi sia l’attività produttiva svolta, è possibile utilizzare le energie rinnovabili per “alimentarla” e quindi ridurre i consumi e ottimizzare i processi, a beneficio dell’Ambiente e dell’occupazione, quando la svolta green diventa un investimento.
Oltre ai settori delle nuove tecnologie, le fonti rinnovabili trovano infatti applicazione anche nei settori tradizionali come Edilizia e Industria metalmeccanica, ad esempio per mezzo delle pale eoliche.
Ma la buona volontà da sola non basta: secondo la Schroedter, è necessario il supporto della politica mediante l’individuazione di una strategia europea per l’occupazione sostenibile, un quadro regolamentare stabile a lungo termine, introduzione di incentivi fiscali alle Pmi per sensibilizzarle sul tema.
Tra i buoni esempi a livello europeo c’è da segnalare quello della Germania, dove sono già stati creati 250.000 nuovi posti, con l’obiettivo per il 2020 di arrivare a 450.000.
L’obiettivo dell’Unione Europea è in sintesi di arrivare a creare 3 milioni di “colletti verdi” entro il 2020. Secondo Greenpeace la rivoluzione green ha infati un potenziale, addirittura, di 8 milioni di nuovi impieghi nel mondo.