Greenpeace: RAEE, rivenditori inadempienti

di Noemi Ricci

22 Luglio 2010 11:20

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Video inchiesta Greenpeace denuncia l'inadempienza di molti rivenditori alle leggi sui rifiuti elettronici, che prevedono il ritiro gratuito dei vecchi apparecchi uno-a-uno. Servono maggiori controlli

Non trova riscontro da parte dei rivenditori l’obbligo di legge previsto dal Decreto Ministeriale n.65 dell’8 marzo 2010, anche chiamato “uno-contro-uno” perché prevede l’obbligo di ritiro gratuito da parte di tutti i distributori, gli installatori e i gestori di centri di assistenza di AEE in caso di acquisto di una nuova apparecchiatura elettrica o elettronica equivalente.

La denuncia contro l’inadempienza alle nuove disposizioni dei rivenditori ad un mese dal loro via ufficiale arriva da Greenpeace, mediante una video-inchiesta sulla raccolta dei rifiuti elettronici in Italia.

L’indagine è stata condotta recandosi con una telecamera nascosta in tre negozi di Roma e chiamando telefonicamente nove grandi rivenditori a Milano, Roma e Napoli, chiedendo di acquistare un nuovo articolo tecnologico. Il risultato è stato che dieci rivenditori sui dodici intervistati (oltre l’80%) non sono risultati completamente in linea con la nuova normativa.

Alcuni rivenditori mascherano la mancata adesione alla legge includendo nel costo (maggiorato) della consegna del prodotto nuovo il ritiro del vecchio articolo. Altri invece distinguono chiaramente i costi di consegna del nuovo prodotto e di ritiro del vecchio indicando esplicitamente che il ritiro non è gratuito.

A Milano i rivenditori sono più ligi al dovere mentre a Roma e Napoli l’adempimento resta a discrezione del rivenditore. Così chi acquista è costretto a pagare due volte: una per l’eco-contributo RAEE per lo smaltimento (già incluso nel prezzo), l’altra per il ritiro del vecchio articolo.

Una situazione inconcepibile secondo Greenpeace che ricorda che l’obbligo del ritiro gratuito “uno contro uno” è in realtà in vigore da 5 anni, il decreto Semplificazione ha solo reso effettiva l’obbligatorietà.

Greenpeace sta quindi verificando se ci siano gli estremi per un’azione legale. Intanto ha lanciato un appello al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, perché assicuri la reale adozione e il rispetto delle leggi sui rifiuti elettronici e un adeguato monitoraggio degli organi di controllo.