Gli incentivi alle rinnovabili, concessi in questi anni dal Governo non sono stati un fallimento, anzi hanno permesso ad esempio di ridurre il costo della tecnologia fotovoltaica del -72% in solo cinque anni (dal 2008 al 2013). Sulla base di questa convinzione le Associazioni di categoria AssoRinnovabili, Gifi e Comitato IFI hanno scritto una lettera aperta al ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato per chiedere di rivedere le politiche nazionaliin materia di fonti rinnovabili.
Costo delle Rinnovabili
Certamente, ammettono le Associazioni, sono stati commessi alcuni errori nella gestione dei sussidi statali, nonostante questo non è possibile considerare il Conto Energia e gli altri incentivi alle rinnovabili un fallimento, né attribuirgli tutte le colpe dell’aumento del costo delle bollette elettriche. «Se ci sono stati errori è giusto evidenziarlo, ma questo non deve in nessun modo permettere ai detrattori di “giustiziare” il settore, cancellando al contempo i tanti risultati positivi e non comprendendo che, grazie agli investimenti fatti, nel settore delle rinnovabili e nel suo indotto lavorano oggi oltre 130 mila addetti, ovvero 130 mila famiglie» si legge nella lettera a Zanonato. Per quanto riguarda il costo dell’energia le Associazioni sottolineano che «ogni Italiano contribuisce con 112 euro all’anno alla spesa per il fotovoltaico. Cioè 9 euro al mese oppure 30 centesimi al giorno (un caffè costa di più). Giusto per fare un ulteriore confronto, nel 2012 il mercato dei giochi d’azzardo in Italia ha visto “investimenti” per 94 miliardi di euro, ovvero oltre 1.600 euro pro capite, mentre i costi sociali e sanitari che il gioco d’azzardo patologico comporta è di 6,6 miliardi di euro annui».
Fotovoltaico
D’altra parte i benefici del fotovoltaico vanno a favore dell’intero sistema Paese, grazie ai circa 45 miliardi di euro gli investimenti realizzati in Italia dal 2010 ad oggi per il fotovoltaico, con un gettito fiscale stimabile in circa 12 miliardi senza contare che grazie al fotovoltaico in Italia ci sono stati 9,6 milioni di tonnellate di CO2 in meno solo nel 2013. Dunque, «continuare ad investire nelle energie rinnovabili significa assicurare una maggiore indipendenza energetica, elemento che è la base per la ripresa economica del sistema Paese. Solo attraverso la promozione di tecnologie energetiche pulite, rinnovabili e sostenibili nonché di infrastrutture di rete innovative si generano investimenti, si creano posti di lavoro, competitività ed indipendenza energetica» concludono AssoRinnovabili, Gifi e Comitato IFI.
Rinnovabili Elettriche
A testimoniare quanto le fonti rinnovabili siano fondamentali per l’economia italiana ci sono i risultati ottenuti dalla rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico nel 2013, il primo anno in cui hanno superato la barriera dei 100 Twh. Gli obiettivi europei 2020 non appaiono quindi lontani: l’Italia dovrebbe arrivare a coprire con le fonti rinnovabili il 17% dei consumi primari e lo scorso anno si è arrivati a circa il 14,5%. Ma proprio in questo momento delicato l’attenzione nei confronti della crescita di produzione da queste fonti sembra scemare. Quello che auspicano le imprese del settore è che il Ministero decida di reinvestire i fondi rimasti nell’ambito del DM 6 Luglio 2012 per i prossimi anni, istituendo nuove aste e registri per incentivare le rinnovabili elettriche diverse dal fotovoltaico.
Eolico
L’anno appena trascorso non è stato per nulla buono invece per l’eolico: aste e registri non hanno prodotto i risultati sperati, anzi quello che si è registrato è stato un calo del -65% di nuova potenza rispetto al 2012, con meno di 450 MW (Megawatt) in più installati per un totale di 8.551 MW contro i 1.272,8 MW del 2012. A rendere noti i dati dell’eolico relativamente al 2013 sono Coordinamento Free, l’Anev, e AssoRinnovabili. È andata lievemente meglio per il mini-eolico che ha mostrato un trend positivo ma non ancora sufficiente: ha raggiunto i 20 MW complessivi di potenza installata. «Un risultato così deludente era stato preannunciato sul finire del 2012, anno in cui l’incremento di potenza eolica allacciata è stato per il terzo anno consecutivo superiore ai 1.000 MW, ma si avvertiva già il rallentamento che il comparto avrebbe subito a causa dei nuovi meccanismi di incentivazione posti con il sistema delle aste e dei registri», sottolineano le Associazioni. Un risultato che, secondo Coordinamento Free, l’Anev, e AssoRinnovabili «conferma in maniera non più discutibile l’inadeguatezza dei sistemi vigenti e la necessità di un tempestivo intervento del Governo per evitare che il settore eolico possa subire un ulteriore colpo», dunque è tempo che il Governo «prenda atto sin da subito che le norme approvate negli scorsi anni stanno comportando un blocco del settore e che hanno già avuto come effetto la riduzione del la forza lavoro di oltre 10.000 occupati, oltre ad aver portato al fallimento numerose aziende. Quello che ci aspettiamo è che l’Esecutivo intervenga quanto prima con politiche mirate che spostino gli incentivi dalla bolletta a meccanismi fiscali, definendo il quadro regolatorio post-2015 per consentire la sopravvivenza di un settore strategico per la green economy. Si tenga conto delle decisioni che verranno a breve prese in seno all’Ue nel definire i target di riduzione della CO2», concludono le Associazioni.