Hanno aperto i battenti a Rimini gli Stati Generali della Green Economy, evento che fa il punto sullo stato della green economy in Italia. Il secondo appuntamento con gli Stati Generali della Green Economy, lanciato dal Consiglio Nazionale della Green Economy (composto da 66 organizzazioni di imprese) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministero dello Sviluppo Economico si tiene nell’ambito delle manifestazioni Ecomondo, Key Energy e Cooperambiente che quest’anno contano più del doppio dei presenti rispetto allo scorso anno, segno che l’economia verde punta realmente a diventare il traino per uscire dalla crisi economica.
Priorità della green economy
La prima giornata è stata caratterizzata alla presenza del ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, che ha individuato le priorità dell’Italia per lo sviluppo delle economie verdi per la valorizzazione delle imprese green italiane e per l’avvio della ripresa economica. Per Orlando «chi ha investito nel settore della green economy in questi anni di crisi ha sofferto meno e già oggi ha gli strumenti per intercettare la ripresa prima di altre imprese, perché la green economy chiede innovazione, ricerca, tecnologia e anticipa le tendenze dei mercati internazionali». Secondo il ministro per valorizzare al meglio le potenzialità della green economy in Italia è fondamentale: attuare una riforma fiscale green; dare avvio ad una politica fiscale europea che incentivi i processi di decarbonizzazione, una politica energetica che tolga incentivi alla fonti fossi e premi le rinnovabili; rendere stabili gli eco incentivi finalizzati all’efficienza energetica; attuare la delega sulla fiscalità verde; continuare ad investire sulle rinnovabili come vantaggio competitivo per il nostro Paese ha acquisito; sostenere in maniera forte l’autoproduzione energetica; andare oltre agli obiettivi europei 20-20-20, l’Europa deve puntare su più target; puntare sul riciclo e risolvere il problema delle aree urbane del nostro Paese con la chiusura del ciclo dei rifiuti; attuare un piano prevenzione spreco alimentare; prevedere una normativa di tutela contro il dissesto idrogeologico, impedendo di costruire su suolo nuovo se prima non si è intervenuto sull’esistente con interventi di riqualificazione.
Per approfondimenti: GreenStyle.it.