La Green Economy è indispensabile per recuperare terreno nel post-crisi economica. Soprattutto in un paese imprenditorialmente strutturato in piccole e medie imprese, le tecnologie green applicata al Made in Italy possono rappresentare il vero traino.
Lo dice il Rapporto Unioncamere presentato oggi in occasione dell’8a Giornata dell’Economia.
I dati evidenziano la necessità di riconvertire in chiave eco-sostenibile i processi industriali tradizionali, come quelli legati al settore manifatturiero.
In parte, il Belpaese ha già risposto positivamente a questa emergenza green, con il 30% delle Pmi che ha già intrapreso piani di investimento in prodotti a basso impatto ambientale e alto risparmio energetico. Il trend continuerà nel 2010, soprattutto per le aziende che sono riuscite ad avere un bilancio positivo nel 2009 e quelle capaci di investire sulla diversificazione e sul miglioramento della qualità dei prodotti.
Bene il Sud che, grazie al 38% delle aziende impegnate ad investire in tecnologie innovative, risulta il territorio con maggiore interesse nelle tematiche green. A seguire si piazzano il Nord-Ovest (29,8%) e il Centro (29,6%), mentre il Nord-Est si ferma in ultima posizione (28,3%).
Per quanto riguarda le medie imprese, il settore con maggiore tendenza alla reingegnerizzazione dei processi in ottica ICT green è quello delle produzioni agroalimentari (37%), insieme alle aziende manifatturiere (35,1%). Più indietro le aziende meccaniche (30,1%) e quelle che realizzano beni per persone (26,3%).