Tratto dallo speciale:

SISTRI: scandalo tangenti sul sistema rifiuti

di Barbara Weisz

17 Aprile 2013 17:33

logo PMI+ logo PMI+
Il SISTRI è uno scandalo senza fine: operazione Gdf nell'ambito di un'indagine che ipotizza irregolarità nell'appalto del sistema di tracciabilità dei rifiuti, agli arresti domiciliari anche l'ex sottosegretario Malinconico, tre imprenditori in carcere, sequestrati 10 mln di euro.

Il SISTRI, da anni al centro dell’attenzione per i continui rinvii e le critiche delle imprese preoccupate per i costi e le difficoltà tecniche e procedurali, è balzato anche agli “onori”  della cronaca giudiziaria.

=> Vai allo Speciale SISTRI

La Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 22 arresti, nell’ambito di un’inchiesta della Procura partenopea su presunte irregolarità negli appalti per la realizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, che entrerà in vigore il prossimo ottobre (leggi qui).

Per 19 degli arrestati è stata disposta la custodia ai domiciliari: fra questi, Carlo Malinconico, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio del Governo Monti con delega all’Editoria (si è dimesso nel gennaio 2012, coinvolto in una vicenda di vacanze pagate da imprenditori sotto inchiesta), nonché ex presidente della Fieg, la Federazione Italiana degli Editori.

Sono invece in carcere gli imprenditori Sabatino Stornelli, ex Ad Selex Management, gruppo Finmeccanica, il fratello Maurizio Stornelli e Francesco Paolo Di Martino, presidente Eldim Security. Disposti anche sequestri preventivi per oltre 10 milioni di euro.

=>Leggi le irregolarità nell’appalto del SISTRI

L’inchiesta riguarda irregolarità nell’appalto del SISTRI, costato 400 milioni di euro.
I reati contestati a vario titolo ai diversi indagati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzazione di fatture false, a corruzione, truffa aggravata, riciclaggio, favoreggiamento, occultamento di scritture contabili.

Secondo quel che emerge, il coinvolgimento di Malinconico sarebbe legato a consulenze effettuate dall’ex sottosegretario, per un importo di circa un milioni di euro pagato dall’imprenditore De Martino (che è fra gli arrestati).