Il Fotovoltaico sembra destinato ad avere un futuro, si spera florido, anche senza gli incentivi statali: diversi gli studi che stanno avvalorando questa tesi, a fronte dei tagli che il Governo ha attuato agli incentivi per il Solare nel più ampio quadro della promione delle fonti rinnovabili.
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Secondo uno degli ultimi studi sul Fotovoltaico, quello di Lux Research intitolato “Turning Lemons into Lemonade: Opportunities in the Turbulent Photovoltaic Equipment Market” il segreto del successo, o meglio della sopravvivenza, consiste nel riuscire a rinnovare le linee produttive differenziandosi dai concorrenti.
Questo sarebbe l’unico modo per contrastare la sfiducia generata dai tagli, che minano il settore e fanno temere all’orizzonte la prima crisi del Fotovoltaico, con le imprese che rischiano la chiusura e gli addetti il posto di lavoro:
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Tra le varie tecnologie, materiali e processi produttivi applicati al Fotovoltaico, Lux Research individua quelli capaci di portare un’azienda a distinguere dai competitor e dunque a resistere salda sul mercato:
- i lingotti di silicio quasi monocristallino (grandi benefici con minimi cambiamenti alla catena di produzione);
- le celle prodotte con materiali alternativi (CZTS, GaAs e silicio epitassiale);
- i lingotti del classico silicio monocristallino (migliori costi ed efficienza con l’utilizzo del “processo Czochralski”, anche se questa tecnica attualmente è costosa);
- le tecnologie CIGS e CdTe a film sottile (bassi costi di produzione e alta efficienza, ma necessitano di grossi investimenti:
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Proseguendo con le ipotesi relative al futuro del Fotovoltaico, Lux Research disegna la mappa della produzione fotovoltaica, prevedendo una diminuzione della leadership tedesca, a favore di quella cinese.
In realtà però, l’Europa manterrà il predominio per la produzione di apparecchiature sempre più specializzate, l’Asia invece quello per la lavorazione di prodotti più generici.