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Incentivi Fotovoltaico: addio dopo il Quinto Conto Energia

di Anna Fabi

Pubblicato 14 Settembre 2012
Aggiornato 13 Ottobre 2013 10:02

Addio agli incentivi diretti alle fonti rinnovabili, sostituiti con detrazioni fiscali: è quanto ci si potrà aspettare una volta introdotto il Tax Credit previsto nella delega fiscale e annunciato dal Ministro Clini.

Detrazioni fiscali al posto delle tariffe incentivanti: una volta esauriti gli incentivi al Fotovoltaico del Quinto Conto Energia, gli impianti rinnovabili potrebbero non ricevere più sussidi diretti, e alle imprese della filiera non resterebbe che accontentarsi di agevolazioni fiscali, del tipo bonus 55% (riqualificazione energetica degli edifici).

E’ quanto potrebbe essere letto tra le righe delle anticipazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a margine del convegno “La sfida verde: come finanziarla”.

L’introduzione degli sgravi fiscali per finanziare le Rinnovabili dovrebbe essere inserita già nella prossima delega fiscale, in cui è previsto il Tax Credit, ossia il credito d’imposta per investimenti in infrastrutture e innovazione (Rinnovabili comprese): «all’articolo 15 abbiamo inserito il tema per spostare la fiscalità dal lavoro all’uso delle risorse», ha spiegato Clini.

Questo credito d’imposta mira a promuovere gli investimenti privati e pubblici per lo sviluppo di tecnologie per l’economia verde, non solo Rinnovabili. «Questa del Tax Credit è una delle riforme strutturali alle quali stiamo lavorando per rendere la fiscalità funzionale alla crescita e non solo al pareggio di bilancio».

La nuova linea del Governo, dunque, potrebbe avere come conseguenza diretta l’abolizione delle tariffe incentivanti per la produzione di energia pulita.

E tutto questo, a poche settimane dall’entrata in vigore del Quinto Conto Energia (le cui risorse sono così esigue che, di fatto, gli esperti ne valutano l’esaurimento in brevissimo tempo) e di quello per le Rinnovabili Elettriche FER.

Ben vengano le detrazioni fiscali come incentivo alle Rinnovabili, ma sarebbero mai in grado di sostituire gli incentivi diretti che fino ad oggi hanno fatto fiorire il comparto in Italia?

Di certo sarebbe un duro colpo per le imprese della filiera, in piena fase di investimento. Imprese che fino ad oggi hanno rappresentato uno dei settori emergenti dell’economia italiana.
Lo ammette lo stesso Clini: «tutte le imprese italiane che stanno operando nel framework della green economy stanno ottenendo risultati positivi e sono caratterizzate da molte esportazioni. Sono la parte sana dell’economia italiana e in parte stanno crescendo grazie agli aiuti delle politiche nazionali».

C’è da chiedersi cosa accadrà a queste imprese e all’intero settore se davvero dovesse compiersi una rivoluzione di tale portata, che speriamo resti solo un timore infondato.