L’Eolico può salvare l’Alcoa

di Tullio Matteo Fanti

13 Settembre 2012 13:00

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L'energia eolica potrebbe salvare l'Alcoa: le Rinnovabili di KiteGen Research possono fornire un vantaggio competitivo mondiale allo stabilimento e produrre un taglio netto di costi e consumi, ma l'ultima parola spetta al Ministro Passera.

L’Eolico potrebbe salvare l’Alcoa di Portovesme, la cui chiusura pare sempre più vicina. L’azienda torinese KiteGen Research si è proposta per alimentarne al 100% gli stabilimenti  (2.300 Gwh annui) con energia eolica di alta quota (troposferica).

Secondo KiteGen, quattro fattorie del vento da 150 MW (un kmq per ciascuna farm) sarebbero sufficienti a coprire i 300 MW necessari per la produzione dello stabilimento e soddisfarne le richieste primarie dell’Alcoa.

Si tratterebbe di una soluzione in grado di garantire notevoli risparmi sui costi dell’elettricità: energia a 25 euro. Altri 30 milioni di euro renderebbero lo stabilimento Alcoa più efficiente dal punto di vista dei consumi.

I costi previsti sono di 5 milioni di euro in 14 mesi «per impostare, organizzare e fornire evidenze non controvertibili della concretezza della specifica soluzione tecnica». Altri 50 milioni in 12 mesi per per «iniziare a fornire energia da una Kitefarm troposferica da 150MW nominali, con un LEC iniziale di 80 euro/MWh».

Secondo KiteGen, grazie a tale intervento l’Alcoa potrebbe «produrre i circa 300 milioni del fatturato alluminio con un vantaggio competitivo mondiale, andando a risparmiare sull’energia circa 10 euro/MWh per un totale di 23M€/anno».

A questo si aggiungerebbe il risparmio per Alcoa, alimentata a fondi fossili, di acquistare diritti di emissione EU ETS (Emission Trading System): circa 40 euro/MWh per un totale di 92 milioni di euro annui.

Al ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera – dichiaratosi scettico:  “è una proposta molto preliminare che descrive una tecnologia ancora in fase di sviluppo e di cui si richiede il cofinanziamento per la produzione di energia elettrica da fonte eolica” – il compito di approfondire e verificare la proposta, contando eventualmente sul supporto dell’Unione Europea, grazie ad un fondo da 1,3 miliardi di euro per progetti innovativi in grado di abbattere le emissioni di CO2.