L‘energia eolica potrebbe – almeno a livello teorico – soddisfare integralmente il fabbisogno energetico planetario: resta dunque cruciale investire su questa fonte rinnovabile.
Uno studio pubblicato su “Nature Climate Change” ha quantificato l’energia potenzialmente ricavabile dal vento in ben 2.200 TW (terawat): 400 TW generati dai campi a terra e 1.800 TW prodotti da strutture in alta quota.
Se si pensa che il fabbisogno energetico globale è fissato a 18 TW, si può capire come l’elettricità generata dai campi a terra potrebbe già da sola contribuire enormemente alla generazione di energia pulita.
Una riflessione che dovrebbe fungere da traino per gli investimenti, a tutto vantaggio delle aziende dell’Eolico.
Naturalmente si tratta di valori teorici e che non tengono conto delle conseguenze apportate a livello ambientale dagli impianti eolici; si tratta tuttavia di numeri impressionanti, 20 volte superiori, nel caso dei soli impianti a terra, all’attuale fabbisogno mondiale di energia elettrica.
In Europa l’Eolico si è ritagliato una fetta complessiva del 21,4% in termini di capacità elettrica complessiva 2011. In pratica, un meritato terzo posto dopo Fotovoltaico (46,7%) e gas naturale (21,6%).
In Italia siamo al 3% del fabbisogno nazionale, ma i tagli apportati dal Governo agli incentivi statali per le Rinnovabili, comprese quelle diverse dal Fotovoltaico: il Decreto sulle Rinnovabili Elettriche rischia di penalizzare il settore a causa delle eccessive restrizioni e per il periodo transitorio troppo breve tra vecchio e nuovo regime di incentivazione.
Non solo: anche i costi e i tempi della burocrazia (aste e registri) rischiano di oscurare la stella dell’Eolico italiano.