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SISTRI addio, arriva il SETRI

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 3 Agosto 2012
Aggiornato 15 Aprile 2013 14:57

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Il SISTRI sostituito dal SETRI: Conftrasporto e Assintel hanno elaborato il nuovo sistema elettronico per la tracciabilità dei rifiuti, ora sottoposto ai Ministri Clini e Passera.

Non ha fine l’epopea SISTRI: dopo le infinite proroghe dal 2009 in poi fino alla sospensione a causa del malfunzionamento del sistema e non solo, ora Conftrasporto e Assintel propongono un’alternativa concreta: SETRI (Sistema elettronico tracciabilità rifiuti).

Conftrasporto e Assintel hanno inviato ai ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, Corrado Clini e Corrado Passera, il progetto alternativo al SISTRI e «nato dall’esperienza nel settore della produzione di software gestionale per i rifiuti e in quello dei trasporti e della logistica».

Una iniziativa che nasce dalla consapevolezza che se in tutti questi anni non si è riuscito a rendere il SISTRI funzionante e operativo, l’unica soluzione è elaborare un nuovo sistema da zero.

Il SISTRI è costato decine di milioni di euro: un disastro annunciato secondo le due associazioni. Invece, dicono, «per progettare un sistema davvero funzionante serve coordinare le competenze».

Cosa che hanno fatto Conftrasporto e Assintel, commissionando la progettazione del SETRI ad una squadra di propri tecnici. Un progetto «che ora viene messo a disposizione dei Ministeri con l’obiettivo di scrivere finalmente, una volta per tutte, la parola fine a una vicenda nata con le migliori intenzioni (combattere le eco-mafie) ma finita nel peggiore dei modi».

«Un nuovo sistema in grado di monitorare il percorso seguito dai rifiuti. In particolare quelli speciali, che da sempre rappresentano un enorme affare per la mafia. Con il progetto SETRI abbiamo cercato di dare il nostro contributo per trovare una soluzione, ampiamente condivisa, mettendo a completa e gratuita disposizione del Governo e di tutti gli operatori italiani la nostra esperienza nel settore».

Il SETRI è stato già avallato da Ada (Associazione nazionale demolitori autoveicoli) e ora le associazioni stanno cercando di coinvolgere attivamente le altre rappresentanze datoriali.