Sono stati firmati in questi giorni il Quinto Conto Energia ed il Decreto sulle Rinnovabili Elettriche e le novità non sono state accolte positivamente dall’ANEV perché le nuove misure rischiano di penalizzare il settore Eolico e non permetterebbero assolutamente di raggiungere gli obiettivi della Direttiva Rinnovabili di cui il decreto dovrebbe essere provvedimento attuativo.
ANEV ha manifestato stupore per le decisioni del Governo, arrivate in concomitanza con i numeri del rapporto “Medium Term Renwable Energy Market Report 2012” di AIE (Agenzia internazionale dell’energia) che confermano il ruolo centrale dell’eolico nello sviluppo delle fonti rinnovabili.
Si stima infatti che in Europa e nel Mondo nei prossimi 5 anni le energie pulite riusciranno a crescere del +40% producendo 6.400 TWh.
Senza considerare poi che anche dall’UE era arrivato un richiamo al governo italiano sui decreti interministeriali sul fotovoltaico e sulle altre fonti rinnovabili in fase di emanazione, ritenendo la nuova legislazione sulle rinnovabili inadeguata.
Le misure contenute nel Decreto sulle Rinnovabili introducono, secondo il Presidente ANEV Simone Togni, troppe restrizioni allo sviluppo del settore eolico, inoltre «il periodo transitorio nel passaggio dal vecchio al nuovo regime di incentivazione è troppo breve, non consentendo di recuperare neanche il ritardo accumulato per l’emanazione e non permettendo che gli imprenditori italiani, già provati da questo lungo periodo di incertezza ed agonia, si adeguino alla situazione».
Alla burocrazia ed i costi ad essa collegati, insieme all’introduzione dei meccanismi delle aste e dei registi rischiano di affossare il destino delle imprese dell’eolico.
Tra l’altro l’ANEV aveva presentato al Governo un piano alternativo, che avrebbe consentito di raggiungere gli stessi obiettivi prefissati, ma ad un minor costo e senza penalizzare l’industria eolica italiana. Ma tali modifiche non sono state apportate al Decreto sulle Rinnovabili e ora molte PMI potrebbero essere costrette a chiudere e le grandi aziende ad investire all’estero.